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Cronaca

Vivi la strada: "Sì all'introduzione del reato di omicidio stradale"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BariToday

Vivi la Strada .it”, è un’associazione che si adopera dal 2004, nel territorio della Puglia e della Basilicata, al fine di diffondere la cultura per la sicurezza stradale, attraverso slogan, mostre fotografiche, manifestazioni di piazza e soprattutto lezioni pratico - teoriche multimediali. Con queste lezioni “Vivi la Strada .it” “esige”, dai giovani, il rispetto delle regole imposte dal codice della strada.

Essendo un reporter di cronaca, per anni ho dovuto documentare incidenti stradali, l’idea di far nascere un’associazione come questa è nata dalla mia personale volontà di far capire ai giovani l’importanza del dono della vita.

Siamo, infatti, convinti che bisogna investire soprattutto nella scuola, per poter formare già dall’infanzia un buon pedone, con l’auspicio che diventi un attento ciclista e motociclista all’età di 13-14 anni e un patentato più sensibile ai temi della sicurezza stradale.

Siamo orgogliosi di vedere come i ragazzi ben percepiscono le nostre lezioni: per più di 2 ore riescono ad essere concentrati nella visione di filmati da noi prodotti e nell’ascoltare testimonianze vere. Questo perché, negli anni, l’esperienza di chi ha fondato l’associazione ci ha fatto capire che con i giovani le paternali non funzionano: è più efficiente mostrar loro direttamente quali possano essere gli effetti della scarsa attenzione alla guida.

Diciamo la verità sulle cause che provocano un incidente stradale e diciamo la verità sulle conseguenze dello stesso. Facciamo vedere cosa si può perdere, per tutta la vita, a seguito di una distrazione alla guida.

Il nostro obiettivo è sicuramente ambizioso: diminuire le vittime della strada. Un proposito comune a quello per cui siamo firmatari, ovvero la “Carta europea per la sicurezza stradale”, un progetto nato nel 2006, che avrebbe voluto dimezzare il numero delle vittime degli incidenti entro il 2010. L’Italia, purtroppo come altri Paesi, non ha raggiunto il risultato e per questo abbiamo rinnovato il nostro impegno fino al 2014.

Il volontariato è originato dalla spontanea volontà di noi cittadini a cercare un rimedio a quei problemi, che molto spesso rimangono irrisolti o continuano ad essere mal gestiti dallo Stato e dall’intera società. Anche la costituzione della “Carta europea della sicurezza stradale” di cui abbiamo parlato è un timido accenno delle istituzioni alla risoluzione di un problema che comunque viene affidato ad enti privati o ad associazioni!

Siamo convinti che bisogna introdurre nelle scuole materie obbligatorie di cultura per la sicurezza stradale.

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Proprio in questi giorni tanto si parla dell’introduzione del reato di omicidio stradale, è quindi bene precisare gli intenti e la nostra posizione a riguardo.

Per il legislatore l’obiettivo primario è quello di garantire un processo rapido, in modo che le vittime ottengano giustizia e soprattutto siano risarcite nel più breve tempo possibile principalmente per la tutela di chi attualmente spesso deve attendere anni prima di arrivare alla fine dell’iter processuale. Ma anche la punizione con condanne e sanzioni accessorie più rigorose per chi provoca incidenti mortali.

L’incidentalità stradale è ormai un problema sociale e come tale va affrontato, quindi introducendo strumenti dissuasivi per chi ritiene di potersi mettere alla guida pur non essendo completamente padrone di se stesso e dunque in disprezzo della vita altrui.

Si sta lavorando per una bozza che era stata preparata già lo scorso anno e aveva come fulcro, almeno per quanto riguarda la parte amministrativa, la revoca definitiva della patente per chi guida in condizioni che non garantiscano la sicurezza e provoca un incidente mortale. In questi casi non ci sarà alcuna possibilità di ottenere nuovamente la licenza e questo rappresenta, secondo gli esperti, il deterrente più forte che si possa utilizzare.

Noi dell’associazione “Vivi la Strada .it” ci troviamo d’accordo nell’elemento fondamentale del reato di omicidio stradale che riguarda il penale e quindi l'accostamento al reato di omicidio colposo. Chi ha causato un incidente grave perché ubriaco o sotto l'effetto di droga o perché pensa di usare una strada come una pista potrebbe dover scontare in carcere una pena massima di dieci anni o anche più a seconda del reato commesso. Favorevoli anche alla riduzione dei tempi del processo: quando la dinamica dei fatti è stata accertata con precisione l'ipotesi allo studio prevede il rito direttissimo per risarcire prima le vittime dell'incidente o i loro familiari. Con il nuovo reato di omicidio stradale si vuole infine combattere la pirateria stradale e quindi inasprire le pene per quegli automobilisti chi non si fermano per prestare soccorso dopo un incidente.

Non siamo altresì favorevoli all’introduzione del così detto “ergastolo della patente” per cui viene congelata a vita la licenza per la guida. Questo dovrebbe accadere innanzitutto se si è assolutamente certi della preterintenzionalità dell’omicidio, ovvero nel caso in cui chi si pone alla guida non è minimamente in grado di esserlo e che il malcapitato abbia preso tutte le precauzioni per essere in sicurezza! Pensiamo a tutti i fruitori della strada, dal pedone, ciclista, e patentato che in assenza di luce non fa nulla per la propria sicurezza! Sulle nostre strade è una brutta e diffusa abitudine!

Inoltre un tale assoluto inasprimento non risolve nulla, in quanto il danno sarà già commesso e saranno possibili più forme di pirateria perché tutti fuggiranno una volta provocato l’incidente.

Siamo convinti sulla miglior utilità di dispositivi che blocchino l’uso del mezzo come, ad esempio, il riflessometro.

Concludiamo il nostro pensiero ribadendo però che il miglior modo per reprimere il problema dell’incidentalità stradale sia una adeguata cultura della sicurezza stradale di civiltà comune, obiettivi che si pone di diffondere la nostra associazione.

Vivi la Strada .it”, è un’associazione che si adopera dal 2004, nel territorio della Puglia e della Basilicata, al fine di diffondere la cultura per la sicurezza stradale, attraverso slogan, mostre fotografiche, manifestazioni di piazza e soprattutto lezioni pratico - teoriche multimediali. Con queste lezioni “Vivi la Strada .it” “esige”, dai giovani, il rispetto delle regole imposte dal codice della strada.

Essendo un reporter di cronaca, per anni ho dovuto documentare incidenti stradali, l’idea di far nascere un’associazione come questa è nata dalla mia personale volontà di far capire ai giovani l’importanza del dono della vita.

Siamo, infatti, convinti che bisogna investire soprattutto nella scuola, per poter formare già dall’infanzia un buon pedone, con l’auspicio che diventi un attento ciclista e motociclista all’età di 13-14 anni e un patentato più sensibile ai temi della sicurezza stradale.

Siamo orgogliosi di vedere come i ragazzi ben percepiscono le nostre lezioni: per più di 2 ore riescono ad essere concentrati nella visione di filmati da noi prodotti e nell’ascoltare testimonianze vere. Questo perché, negli anni, l’esperienza di chi ha fondato l’associazione ci ha fatto capire che con i giovani le paternali non funzionano: è più efficiente mostrar loro direttamente quali possano essere gli effetti della scarsa attenzione alla guida.

Diciamo la verità sulle cause che provocano un incidente stradale e diciamo la verità sulle conseguenze dello stesso. Facciamo vedere cosa si può perdere, per tutta la vita, a seguito di una distrazione alla guida.

Il nostro obiettivo è sicuramente ambizioso: diminuire le vittime della strada. Un proposito comune a quello per cui siamo firmatari, ovvero la “Carta europea per la sicurezza stradale”, un progetto nato nel 2006, che avrebbe voluto dimezzare il numero delle vittime degli incidenti entro il 2010. L’Italia, purtroppo come altri Paesi, non ha raggiunto il risultato e per questo abbiamo rinnovato il nostro impegno fino al 2014.

Il volontariato è originato dalla spontanea volontà di noi cittadini a cercare un rimedio a quei problemi, che molto spesso rimangono irrisolti o continuano ad essere mal gestiti dallo Stato e dall’intera società. Anche la costituzione della “Carta europea della sicurezza stradale” di cui abbiamo parlato è un timido accenno delle istituzioni alla risoluzione di un problema che comunque viene affidato ad enti privati o ad associazioni!

Siamo convinti che bisogna introdurre nelle scuole materie obbligatorie di cultura per la sicurezza stradale.

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Proprio in questi giorni tanto si parla dell’introduzione del reato di omicidio stradale, è quindi bene precisare gli intenti e la nostra posizione a riguardo.

Per il legislatore l’obiettivo primario è quello di garantire un processo rapido, in modo che le vittime ottengano giustizia e soprattutto siano risarcite nel più breve tempo possibile principalmente per la tutela di chi attualmente spesso deve attendere anni prima di arrivare alla fine dell’iter processuale. Ma anche la punizione con condanne e sanzioni accessorie più rigorose per chi provoca incidenti mortali.

L’incidentalità stradale è ormai un problema sociale e come tale va affrontato, quindi introducendo strumenti dissuasivi per chi ritiene di potersi mettere alla guida pur non essendo completamente padrone di se stesso e dunque in disprezzo della vita altrui.

Si sta lavorando per una bozza che era stata preparata già lo scorso anno e aveva come fulcro, almeno per quanto riguarda la parte amministrativa, la revoca definitiva della patente per chi guida in condizioni che non garantiscano la sicurezza e provoca un incidente mortale. In questi casi non ci sarà alcuna possibilità di ottenere nuovamente la licenza e questo rappresenta, secondo gli esperti, il deterrente più forte che si possa utilizzare.

Noi dell’associazione “Vivi la Strada .it” ci troviamo d’accordo nell’elemento fondamentale del reato di omicidio stradale che riguarda il penale e quindi l'accostamento al reato di omicidio colposo. Chi ha causato un incidente grave perché ubriaco o sotto l'effetto di droga o perché pensa di usare una strada come una pista potrebbe dover scontare in carcere una pena massima di dieci anni o anche più a seconda del reato commesso. Favorevoli anche alla riduzione dei tempi del processo: quando la dinamica dei fatti è stata accertata con precisione l'ipotesi allo studio prevede il rito direttissimo per risarcire prima le vittime dell'incidente o i loro familiari. Con il nuovo reato di omicidio stradale si vuole infine combattere la pirateria stradale e quindi inasprire le pene per quegli automobilisti chi non si fermano per prestare soccorso dopo un incidente.

Non siamo altresì favorevoli all’introduzione del così detto “ergastolo della patente” per cui viene congelata a vita la licenza per la guida. Questo dovrebbe accadere innanzitutto se si è assolutamente certi della preterintenzionalità dell’omicidio, ovvero nel caso in cui chi si pone alla guida non è minimamente in grado di esserlo e che il malcapitato abbia preso tutte le precauzioni per essere in sicurezza! Pensiamo a tutti i fruitori della strada, dal pedone, ciclista, e patentato che in assenza di luce non fa nulla per la propria sicurezza! Sulle nostre strade è una brutta e diffusa abitudine!

Inoltre un tale assoluto inasprimento non risolve nulla, in quanto il danno sarà già commesso e saranno possibili più forme di pirateria perché tutti fuggiranno una volta provocato l’incidente.

Siamo convinti sulla miglior utilità di dispositivi che blocchino l’uso del mezzo come, ad esempio, il riflessometro.

Concludiamo il nostro pensiero ribadendo però che il miglior modo per reprimere il problema dell’incidentalità stradale sia una adeguata cultura della sicurezza stradale di civiltà comune, obiettivi che si pone di diffondere la nostra associazione.

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