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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

La Xylella lambisce la Valle d'Itria, corteo anti-decreto sul lungomare: "No alle eradicazioni"

I manifestanti hanno sfilato davanti alla sede della Presidenza regionale contestando il provvedimento del Governo: "Proseguire con la ricerca, non serve distruggere un intero territorio"

Un corteo per dire no al decreto Martina che imporrebbe misure anche radicali a contrasto della diffusione della Xylella in Puglia. All'indomani del sì dell'Unione Europea all'ampliamento della zona 'cuscinetto' di 20 km più a nord, coinvolgendo anche alcune zone della Valle d'Itria barese, sul lungomare Nazario Sauro di Bari sono scesi in piazza associazioni e comitati che contestano i provvedimenti del governo.  Le misure introdurranno potatura, trattamenti e abbattimenti anche nella nuova zona decisa dall'Unione Europea. I manifestanti si sono riuniti sul waterfront cittadino e hanno sfilato dalla sede dell'Assessorato pugliese all'Ambiente fino alla rotonda di largo Giannella, sostando anche davanti alla Presidenza regionale. In molti non vogliono sentir parlare di eradicazione, ritenendo valide le sperimentazioni scientifiche condotte negli ultimi anni da chi si oppone a una soluzione drastica del problema: "I progetti di ricerca avviati - sostengono gli attivisti - hanno dimostrato che le piante malate hanno ancora attività linfatica. Ogni anno, infatti tirano fuori polloni e soffioni. In diversi casi ritornano anche a produrre". 

"Ulivi indeboliti da pesticidi e inquinamento"

Il dito di chi si oppone al decreto, è puntato verso cause più antiche: "Riteniamo che alla base del disastro - aggiungono i manifestanti - vi sia l'inquinamento e l'uso, per decenni, di pesticidi per ben 5 volete in più della media nazionale. Le piante non sono più ospitali e collassano. Se si parla di epidemia servono dati epidemiologici e servirebbe un monitoraggio completo di tutta la regione". La situazione, in ogni caso, sembra aggravarsi cominciando a lambire anche gli ulivi secolari del Barese: "C'è preoccupazione - dice Manlio Epifania dell'associazione barese Ortocircuito - non solo qui ma anche nel Materano. Da abitante di questa parte per ora fuori rischio sostengo la battaglia in corso perchè bisogna difendere il nostro territorio. la Xylella è la punta dell'iceberg di una modalità di trattamento speculativa. In Salento sono state usate in maniera intensiva sostanze pesticide ed erbicide che hanno accelerato il problema. Anche da noi, la monocoltura dell'olio da tavola e nel nord dell Puglia quella del grano, anche geneticamente modificato, impoverisce la terra e la rende più debole". Senza ulivi, la Puglia si impoverirebbe quasi in maniera irrimediabile, colpendo non solo gli agricoltori locali, ma anche i tanti che da altre regioni italiane o dall'estero hanno deciso di trasferirsi qui: "Siamo venuti dall'Emilia - racconta un signore durante il corteo - affascinati dalla bellezza delle campagne che abbiamo poi deciso di curare. Abbiamo lavorato due anni per rimettere su un terreno abbandonato. La nostra scelta ha giovato indirettamente anche alla Puglia. Siamo convinti che tutto questo non serve a risolvere il problema. Ci sono troppe contraddizioni, a nostro avviso, nelle decisioni prese per contrastare il fenomeno. Di fronte a scelte di genere la gente smetterà di fare quello che abbiamo fatto per questa regione". 

Esposto del Cno: "No alle fake news sulla Xylella"

Intanto, il presidente del Cno (Consorzio Nazionale degli Olivicoltori), Gennaro Sicolo, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica denunciando la "pubblicazione e diffusione di notizie false ed infondate tali da turbare l'ordine e la sicurezza pubblica", chiedendo di accertare eventuali "comportamenti, anche colposi ed omissivi, diretti o causativi della diffusione di malattie in danno delle piante di olivo con evidente pericolo di propagazione dell'epidemia stessa con grave danno all'economia rurale olivicola delle zone interessate". 

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