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Economia

"Prima della zona rossa a rischio 4 mila aziende, ora sarà un disastro. Ci rimane l'estate": l'allarme di Confesercenti Puglia

Benny Campobasso, presidente dell'organizzazione del commercio si dice contrario alle nuove misure restrittive: "I contagi non dipendono dalle nostre attività: "Attendiamo i ristori, paghiamo colpe non nostre"

“Sarà un disastro annunciato, più volte temuto dopo un anno di stop and go. Un momento delicato dal punto di vista commerciale e turistico con Pasqua e la preparazione estiva alle porte”. Benny Campobasso, presidente di Confesercenti di Puglia è più che preoccupato. L’ingresso in zona rossa per l’aumento dei contagi Covid e la chiusura di molte attività commerciali lo vedono contrariato. “Per me – spiega - non bisognava chiudere, non sono i negozi che producono i contagi, ma i trasporti e le scuole, i commercianti subiscono questa situazione e per questo vanno sostenuti con i ristori”.

L’ultima stima prima del nuovo Dpcm di Confesercenti parla di circa 4 mila aziende pugliesi che al termine del periodo di pandemia non apriranno più le loro saracinesche. Ma con le nuove misure restrittive, quel numero, sembra destinato a crescere “Non possiamo fare ulteriori stime – sottolinea Campobasso – perché i primi effetti di quanto sta succedendo li vedremo tra due tre mesi. Molti negozi e piccoli esercizi rimangono ancora aperti in attesa di ricevere sussidi: ristori, cassa integrazione, agevolazioni fiscali. Terminato questo periodo sapremo davvero quanto saranno sopravvissuti. Temo che in molti non ce la potranno fare”.

L’auspicio per Confesercenti era riprendere poco alla volta l’attività per tornare alla normalità, le nuove chiusure costeranno invece care. “Ci sono aziende completamente ferme – spiega – e al momento senza ristori, per questo dico che i commercianti contribuiscono al recupero della situazione sanitaria, non creata per responsabilità propria. Ristorazione, filiera turistica e commercio della moda, che rappresentano il 90 per cento delle 380 mila aziende dell’economia terziaria pugliese sono le attività più colpite. I commercianti hanno applicato i protocolli, quindi sono incolpevoli, a mancare sono stati soprattutto i controlli. Pasqua oramai è andata, speriamo che questo ulteriore sacrificio sia utile per il periodo estivo con risultati pari almeno all’anno scorso, però anche lì vedremo. È inutile esprimersi oggi, non possiamo prevedere nulla, si deciderà all’ultimo. Sicuramente – aggiunge – il turismo punterà sull’arrivo dei soli italiani, perdendo quell’importante fetta di mercato straniero realizzata negli ultimi anni”.

E mentre Confesercenti spera che si creino le condizioni perché questa nuova stretta termini il prima possibile, prova a capire quali trasformazioni possa aver causato la pandemia. A cominciare dalla crescita del commercio online. “Ha raggiunto quasi il 40 per cento, raddoppiando, delle sue dimensioni in quest’ultimo anno – racconta Campobasso -. Ma è un commercio che favorisce i grandi gruppi senza apportare risorse sul territorio, ne quale molte attività si sono attrezzate per le vendite sul web o lo stanno facendo ora. Un’evoluzione che riguarda anche le attività più piccole, ma a partire dalla moda, il commercio per tanti aspetti ha bisogno di fisicità nell’acquisto, I negozi quindi restano importanti, l’online non sostituiràmai del tutto il commercio al dettaglio. Ora ha usufruito di grandi vantaggi, in una gara senza avversario, Ci vorrà del tempo per recuperare le quote di mercato, gli esercizi dovranno cambiare ma – conclude - le abbiamo viste e continuiamo a vederle le città con le saracinesche abbassate e le vetrine spente: sono senza vita”.

(Foto Ansa)

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