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Sabato, 27 Aprile 2024
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Sicurezza nel lavoro agricolo, accordo a Bari fra Asl e Prefettura: "Attività per il contrasto al caporalato"

Questa mattina, nella sede della Prefettura del capoluogo pugliese, il protocollo d'intesa è stato sottoscritto dai rappresentanti dei due enti e dall’Ispettorato d’Area Metropolitana di Bari-Bat, oltre che dalle associazioni di categoria e sindacali

Sicurezza e prevenzione sui luoghi di lavoro, sorveglianza sanitaria, osservanza degli obblighi vaccinali, informazione e formazione. Il lavoro nel settore agricolo è al centro del Protocollo d’intesa siglato questa mattina a Bari dal Prefetto Francesco Russo, dal Direttore generale facente funzione Asl Bari, Luigi Fruscio, dal responsabile dell’Ispettorato d’Area Metropolitana di Bari-Bat, Michele Campanelli, e dal presidente dell’Ente Bilaterale Cimala-Ebat,  Giuseppe Creanza.

"Questo protocollo - ha sottolineato il prefetto Russo - segna un passaggio importante ed è il risultato della grande collaborazione tra Prefettura, Asl, associazioni di categoria datoriali e mondo sindacale in grado di determinare da un lato meccanismi di semplificazione di alcune procedure, dall’altro l’avvio di un percorso virtuoso di legalità nell’ambito delle attività di contrasto al caporalato".

"Stiamo gettando le basi - ha aggiunto Fruscio - per snellire le procedure in favore delle 120mila imprese operanti nel settore agricolo nell’area di Bari e dei 38 mila lavoratori che quotidianamente lavorano nei campi. L'Asl interviene nella sorveglianza sanitaria e nella sicurezza, ma anche nella formazione e informazione. Avere più imprese e più lavoratori agricoli informati e formati contribuirà certamente a garantire maggiore legalità nelle condizioni di lavoro e più attenzione alla salute dei lavoratori".

Il protocollo, recependo recenti normative, introduce una innovazione finalizzata a semplificare e a snellire il rispetto degli adempimenti normativi in tema di salute e sicurezza sul lavoro nel settore agricolo che, per la sua complessità organizzativa, correlata alla stagionalità delle lavorazioni e alla temporaneità dei contratti di lavoro, è da sempre caratterizzato da criticità applicative della normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

Si apre dunque una fase sperimentale, della durata di un anno, in cui gli enti coinvolti si impegnano, per le rispettive competenze e in linea con la normativa vigente in materia di salute dei lavoratori e delle lavoratrici sul luogo di lavoro, a "favorire l’attivazione di più efficaci sinergie interistituzionali dalle quali possa derivare, in sede locale, un dinamico avanzamento dell’attuazione della sorveglianza sanitaria a cui sono tenute le imprese agricole, tenuto conto sia delle peculiari caratterizzazioni del lavoro agricolo e delle mansioni che rientrano nello stesso, sia del profilo della stagionalità che investe il lavoro agricolo". Un impegno importante perché riguarda un settore che nel Barese, secondi i dati Istat e Crea più recenti, conta quasi 120mila imprese agricole, circa 38mila operai (il 98% a tempo determinato) con una quota rilevante di lavoratori stranieri (oltre 7mila).

Fondamentali saranno le attività rientranti nel Programma di sorveglianza sanitaria che, tenendo conto delle differenze di genere, sarà particolarmente incentrato sull’esame dell’apparato muscolo scheletrico, corredato dalla somministrazione di questionari specifici, e prevederà l’esecuzione di accertamenti strumentali (Ecg, Spirometria), incluso il rispetto degli adempimenti vaccinali (vaccinazione antitetanica). Nel protocollo è inoltre richiamato il ruolo, non secondario, della informazione/formazione che dovrà essere fruibile in modo trasversale, nel rispetto delle differenze culturali, anche per lavoratori e lavoratrici provenienti da altri Paesi, e sono predisposte strategie organizzative finalizzate all’approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuale. 

Un’agenda fitta in cui la Asl Bari, attraverso il Dipartimento di Prevenzione diretto da Fulvio Longo e lo Spesal diretto da Giorgio Di Leone, fornirà a Cimala-Ebat e ai Medici competenti da questa individuati ogni necessaria attività di assistenza, garantendo inoltre percorsi agevolati per l’accesso alle proprie strutture vaccinali o, in alternativa, la possibilità di esecuzione diretta delle vaccinazioni obbligatorie ad opera del Medico competente, in ogni caso fornendo gratuitamente i vaccini necessari.

Parallelamente, l'ente bilaterale agricolo territoriale procederà alla formazione di una lista dei medici competenti finalizzata alla collaborazione nella valutazione dei rischi sul lavoro e all’espletamento della sorveglianza sanitaria, si occuperà dell’aggiornamento della banca dati delle visite mediche preassuntive e assicurerà adeguata informazione e formazione. Entro sessanta giorni dall’entrata in vigore del protocollo stipulerà le più convenienti convenzioni con aziende produttrici e/o distributori di Dispositivi di Protezione Individuali (scarpe, occhiali, caschi, guanti), di cui potranno usufruire le imprese agricole aderenti al protocollo.

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