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"Dopo la rianimazione Covid, la nascita di mia figlia": la nuova vita di Christian, commerciante barese

È diventato papà a poco più di 40 anni e saluta la sua piccola dal Policlinico, sui social aveva raccontato la sua guarigione dopo 45 giorni di ricovero: "È stato difficile ma sono felice"

“Quando ero a marzo in rianimazione ho solo pensato a questo momento, avevo promesso che ci sarei stato, ho lottato con tutte le mie forze e ora sono qui, il tuo papà è con te”. Christian Bergamasco racconta la sua felicità sul suo profilo social. È diventato papà a poco più di 40 anni e saluta la sua piccola dal Policlinico di Bari assieme alla sua nuova vita. Sempre sui social aveva raccontato la guarigione dopo 45 giorni di ricovero a causa del Covid, tra rianimazione e terapia intensiva, dopo il contagio riscontrato lo scorso marzo. Una notizia che aveva rincuorato in tanti in città, dove è conosciuto come titolare del negozio di abbigliamento Berga 49 in via Sparano.

“Sono stato in fin di vita più volte” aveva raccontato dopo l’uscita dall’ospedale in Fiera. Ora come sta?

“Molto meglio, il post Covid è complicato e duro, fino a qualche settimana fa avevo problemi alle articolazioni e difficoltà a respirare. Sono tornato al lavoro dallo scorso luglio in modo graduale. Prima solo la mattina, ora anche il pomeriggio ma la sera tendo a lasciare presto, mi assale ancora la stanchezza. Non è stato facile recuperare la muscolatura dopo più di un mese a letto. Il Covid non è affatto uno scherzo, è molto peggio di quanto si possa pensare”.

Lo aveva sottovalutato?

“Più che altro mi sentivo forte, abbastanza giovane, allenato, praticando sport. Non avevo malattie pregresse. Non avevo certo paura di finire in rianimazione e rischiare la vita come è accaduto. Tre giorni prima del ricovero ero a sciare, tre giorni dopo intubato. È stato terribile, i medici oltretutto erano molto preoccupati per le mie condizioni, erano molto negative. Ho rischiato di morire”.

Cosa ricorda di quei giorni?

“Il tempo che non passava mai e le condizioni che non miglioravano. Era frustrante e faticoso, senza nessun contatto con l’esterno, non avevo il telefono. Mi sono fatto forza perché volevo conoscere la mia bambina, lo avevo promesso alla mamma e a lei, e così è stato”

Ha voluto ringraziare pubblicamente i medici e gli operatori del Policlinico

“Sì, perché non mi hanno mollato un attimo, dall’ingresso in ambulanza alle dimissioni, sono stato sempre seguito. Li ringrazierò per tutta la vita”

Dal rischio di morire alla splendida nuova vita con sua figlia appena arrivata. Ci racconti le sensazioni.

“È stata una giornata incredibile, sono stato tutto il tempo che mi è stato concesso lì, l’ho potuta salutare 15 minuti e toccarle la mano, un giorno indimenticabile”

Al momento del contagio non poteva essere vaccinato. Lo sarà?

Certo, il prima possibile. Dovrò però attendere un paio di settimane e ricontrollare i valori perché avevo le difese immunitarie molto alte le settimane scorse. Fare il vaccino è l’unica arma efficace che abbiamo”.

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