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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Blocco esami per mancati pagamenti delle tasse universitarie: gli studenti di 'Link' protestano contro la decisione dell'Uniba

L'associazione protesta contro il provvedimento che impedisce agli studenti, non in regola con le tasse universitarie, di sostenere gli esami. Per Uniba, invece, la decisione tutela gli studenti in regola con i pagamenti

Esami bloccati per gli studenti non in regola con pagamento delle tasse universitarie. È questo il provvedimento dell'Università degli Studi di Bari 'Aldo Moro' che ha scatenato la protesta dell'associazione studentesca Link.

Dopo le segnalazioni di alcuni studenti, alle prese con la mancata prenotazione di esami universitari, il gruppo studentesco ha chiesto spiegazioni agli uffici competenti: "Abbiamo appreso - si legge in un post sulla pagina facebook di Link - l'adozione da parte dell'amministrazione centrale, di questa misura che blocca la carriera degli studenti e delle studentesse in ritardo con i pagamenti, non solo delle rate scadute, ma anche di eventuali penali maturate". 

Il provvedimento incide direttamente sulla carriera universitaria degli studenti, per Link il blocco rappresenta "una gravissima lesione del diritto allo studio". "Riteniamo che la posizione assunta dall'Università - precisa ancora il sindacato studentesco su facebook - sia discriminatoria ed escludente nei confronti di una fetta della comunità studentesca, dimostrando quanto la progressione di carriera sia un privilegio concesso solo a chi se lo può permettere".

L'associazione chiede un passo indietro all'amministrazione universitaria, con la sospensione del provvedimento fino al termine degli appelli per gli esami dell'anno accademico 2021/22. Link, inoltre, chiede la revisione del processo di rateizzazione dei debiti. 

Il blocco degli esami per mancati pagamenti viene, invece, ritenuto provvedimento indispensabile dall'Uniba per tutelare la maggioranza di studenti che sono in regola con le tasse universitarie.

La lettera di una studentessa

In merito alla questione, l'associazione studentesca Link ha diffuso la lettera di una studentessa dell'Uniba che si è trovata a vivere il 'blocco' della carriera per il mancato pagamento delle tasse, e che esprime la sua amarezza per la situazione.  "Sono stata definita 'evasore'. A farlo è stata l'amministrazione dell'università a cui sono iscritta da anni e in cui provo a costruire il mio futuro. Volevo portare all'attenzione del Magnifico Rettore la mia esperienza perché non si continui a credere che è tutto bianco o nero, che se hai un ISEE più alto di 25000 sei ricco e se non paghi le tasse sei un evasore. Il 1 luglio ho provato a prenotarmi ad un esame, rendendomi conto che questa possibilità mi fosse preclusa avendo delle tasse arretrate. Le tasse (la seconda e la terza rata) risalivano all'a.a. 2019/2020, anno del primo lockdown, durante il quale la mia famiglia (composta da 6 persone) si è ritrovata in forti difficoltà economiche. Nel frattempo sono maturate more da 80 euro per ogni tassa che non riuscivo a pagare e il mio ISEE non è un isee da 30.000 euro ma da 27.000 euro (dunque solo duemila in più rispetto alla fascia reddituale esonerata dal pagamento delle tasse). Inoltre ho continuato ad iscrivermi agli anni successivi e a versare le tasse degli anni accademici 20-21 e 21-22. Data la situazione di blocco di carriera ho scritto alla segreteria di competenza la quale mi ha informata del fatto che, dal 16 giugno, tutti gli studenti morosi non avrebbero più potuto svolgere alcun atto di carriera e dunque né prenotarsi né svolgere gli esami. Arrivato il giorno dell'appello ho provato a presentarmi comunque all'esame per cui avevo studiato, senza che mi fosse data la possibilità di sostenere la prova. Evidentemente, l'amministrazione non è stata in grado di tutelare numeri di studenti ben oltre i 250 dichiarati a mezzo stampa dal magnifico. La decisione assunta dall'ateneo non è stata comunicata né a me né a nessuno degli studenti coinvolti. Fino a poco tempo fa mi era data la possibilità di prenotarmi agli esami, nonostante gli stessi non fossero verbalizzati. Questo permetteva di salvaguardare il diritto all'appello di noi studenti e ci permetteva di proseguire il percorso accademico, mantenendo costante l'impegno di saldare il debito maturato attraverso gli sforzi fatti da noi e dalle nostre famiglie." Come sindacato studentesco riportiamo questa testimonianza per ribadire che il blocco delle carriere, seppur considerato da questa amministrazione una misura volta a sanare le finanze dell'Ateneo, è in realtà lesiva della categoria studentesca. Tale misura non ha leso solo gli studenti in mora per tasse degli anni precedenti ma ha precluso l'appello anche a tanti altri studenti che, nelle condizioni di non poter pagare importi esosi legati alla seconda rata, si sono ritrovati in ritardo con i pagamenti. Questo estende la platea di soggetti a cui è stato negato un diritto, senza alcuna comunicazione dell'entrata in vigore di un provvedimento direttamente esecutivo. È importante incentivare misure di sostegno agli studenti in difficoltà che non rientrano nelle fasce della No-Tax Area, attraverso la rateizzazione e la garanzia di salvaguardia degli atti di carriera, per evitare che gli studenti abbandonino gli studi. È assolutamente inappropriato che l'Ateneo, nella persona del Rettore, si esprima sui giornali tacciando una parte della comunità studentesca come 'evasori'. La crisi economica aggravata dalla pandemia pesaanche su fasce reddituali non tutelate dalle misure di sostegno. Apprendiamo, come sindacato studentesco, che l'Ateneo ha deciso di attaccare direttamente la nostra categoria senza assumersi la responsabilità di trovare soluzioni che permettano agli studenti e alle studentesse in difficoltà di non essere esclusi dal percorso formativo. "Se mandate i poveri via dalla scuola non è più scuola; è un ospedale che cura i sani e manda via i malati, diventa uno strumento di differenziazione sempre più irrimediabile”.

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