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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Olivieri e le minacce di "una guerra" all'ex Popolare di Bari: "Faccio scoppiare uno scandalo mediatico"

Nell'inchiesta che ha portato in carcere l'ex consigliere regionale, accusato di aver trattato con i clan per procacciare voti per la moglie, poi eletta in Consiglio comunale a Bari alle Amministrative del 2019, viene anche contestata un'estorsione nei confronti dell'istituto di credito barese e della società Cerved

La minaccia di far scoppiare "uno scandalo giornalistico", basato su un "dossier" in suo possesso, attraverso la pubblicazione di una serie di articoli attraverso un quotidiano online a lui riconducibile: così Giacomo Olivieri, l'ex consigliere regionale arrestato ieri insieme alla moglie, la consigliera comunale Maria Carmen Lorusso, nell'ambito dell'operazione 'Codice Interno', coordinata dalla Dda di Bari, avrebbe messo in atto un'estorsione nei confronti della Banca Popolare di Bari e della società di recupero crediti Cerved spa.

L'episodio contestato a Olivieri, risalente al 2019, come emerge dalle carte dell'inchiesta, ruota intorno a un credito di un milione e 168mila euro che l'allora Banca Popolare di Bari vantava nei confronti della sua 'Fondazione Maria Rossi Olivieri', poi trasferito dall'istituto bancario alla società di recupero crediti Cerved. Di fronte alla volontà di Cerved di recuperare l'ingente credito, e alle conseguenti richieste in tal senso formulate dalla banca a Olivieri, lo stesso avrebbe risposto con la minaccia di uno "scandalo giornalistico", che avrebbe di fatto costretto l'istituto "a non adempiere al mandato ricevuto dalla Cerved S.p.A".  

Una vicenda che, scrive nell'ordinanza il gip Alfredo Ferraro, "mette in luce la capacita dell'Olivieri di condizionare anche le attività di importanti istituti bancari".

Il momento della minaccia emerge, in particolare, da una telefonata intercettata in cui Olivieri, messo al corrente della volontà della banca, sotto la spinta di Cerved, di procedere alla notifica del precetto, reagisce alludendo alla possibile pubblicazione di un dossier che innescherebbe uno scandalo ai danni di banca e società di credito.

"Sarà guerra, sarà guerra", dice Olivieri al suo interlocutore

"Cioè ma ha capito che il 'Quotidiano'", "ma se il "Ouotidiano Italiano" inizia a uscire... sulle, sulle...  e anche sopra... cioè vogliamo creare uno scandalo giornalistico?". "... Cioè io sto trovando un altro istituto bancario che faccia la sponda, con un precetto stimato non farà più da sponda, allora io neppure sapevo che il credito era stato ceduto, sapevo che era ancora 'Popolare di Bari' vengo a sapere che il credito è stato ceduto due giorni fa, e mi  fanno un precetto?... gli faccio un culo a scimmia! Mediaticamente!".

E ancora: "No, ma  gli  spieghi, l'avvocato Olivieri è l'avvocato del 'Quotidiano Italiano Bari'... volete essere spaccati il culo? E va beh eh... e cioè... vuol dire che ognuno giocherà al metodo suo... visto che voi vi volete levare uno sfizio! Poi non vi lamentate se anche noi leviamo gli sfizi dall'altro lato", "perché gli vado a vedere posizione per posizione, collegamento per collegamento, azione per azioni. C'ho tutto il dossier!".

Successivamente ai fatti rilevati, si legge ancora nell'ordinanza, "la Bpb inviava alla Cerved un'email con cui manifestava l'intenzione di riacquistare il credito ceduto, riferendo al contempo che la precedente cessione era stata dovuta a un 'disguido' determinando cosi un arresto delle azioni di recupero che voleva intentare la Cerved".

"Pertanto, considerando che le minacce dell'Olivieri hanno avuto come risultato quello di impedire tanto alla Cerved quanta alla BPB di agire per ottenere la riscossione del credito vantato nei suoi confronti, non vi sono dubbi, perlomeno a livello di gravita indiziaria, sull'idoneità delle minacce medesime al raggiungimento del fine perseguito dall'indagato".

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