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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Le 'mani' del clan sulle assunzioni in Amtab: "Qua nessuno è il padrone, c'è solo il rispetto"

Nelle carte dell'inchiesta 'Codice Interno', emerge come tre degli indagati avrebbero ottenuto l'assunzione a tempo determinato di persone vicine o comunque irnparentate con esponenti del clan Parisi

Non solo l'influenza sul voto per le Comunali del 2019 a Bari, con i presunti accordi per sostenere l'elezione in Consiglio di Maria Carmen Lorusso, moglie dell'ex consigliere regionale Giacomo Olivieri. Dalle carte dell'inchiesta 'Codice Interno', coordinata dalla Dda di Bari, emergerebbero anche le 'infiltrazioni' del clan Parisi nell'Amtab, che nell'azienda di trasporto pubblico locale barese (da ieri posta in amministrazione giudiziaria). sarebbe riuscito a oirentare e ottenere assunzioni.

In particolare, dalle carte dell'inchiesta emerge il ruolo di tre indagati: Tommaso Lovreglio (nipote del boss Savino Parisi), Massimo Parisi (fratello di Savino) e Michele De Tullio (zio acquisito di Lovreglio), dipendenti Amtab, i quali, nel 2018, avrebbero ottenuto, attraverso minacce e imposizioni fatte all'allora responsabile Amtab dell'area sosta, attraverso una società di lavoro interinale, l'assunzione a tempo determinato, in occasione della Fiera del Levante, di parenti o persone comunque ritenute vicine al clan Parisi.

In una delle conversazioni agli atti dell'inchiesta, Tommaso Lovreglio, al responsabile Amtab che lamenta di essere in difficoltà per le assunzioni 'segnalate', risponde: "Eh si... stai a fare il favore allo zio Massimo, la figlia, allo zio Michele". "Il presidente - dice ancora Lovreglio - vuoi che parlo io con il presidente? Dico "presidente vedi che... ". "Se vai a parlare con il presidente della cosa - risponde l'interlocutore - quello dice 'devi togliere tutto' e cominciano di nuovo a fare le cose!". "Il presidente, ma non è il padrone il presidente. Bell bell eh!", risponde allora Lovreglio, "Qua non è nessuno il padrone! C'è solo un rispetto e basta... il rispetto reciproco...", facendo poi riferimento a 'problemi' risolti attraverso il suo intervento: "Quando sono successe pero le incomprensioni, le cose... al Palaflorio, allo stadio e a qualche altra parte... che stava il presidente o qualche altro stava?". 

"E' evidente - scrive il gip Alfredo Ferraro nell'ordinanza - la totale convinzione del Lovreglio, appoggiato dal De Tullio (alias 'sotto ghiaccio' - presente nel corso della conversazione del 30.08.2018) che forniva un contributo morale concreto, di poter disporre dell'AMTAB a proprio piacimento, al punto che non si preoccupava minimamente delle volontà/ disposizioni del Presidente/ consigliere/ ecc. e in generale delle persone che, a differenza sua, hanno un ruolo ufficiale e formale all'interno della società". "Il Lovreglio, da parte sua, - si legge ancora nell'ordinanza - era chiaro nell'affermare che non ci sono padroni ma solo il rispetto reciproco, inteso quindi nel senso della "spartizione" dell'Amtab tra loro e i dirigenti. Dall'altra parte, il gip evidenzia la posizione "emblematica" del responsabile Amtab, che "si rivolgeva al Lovreglio con timore reverenziale". Sia Lovreglio che De Tullio, al fine di raggiungere lo scopo delle assunzioni, avrebbero quindi proferito "minacce, talvolta velate, talaltra piu esplicite, insinuando la prospettazione di rischi che avrebbero corso senza la loro protezione". "Tanto osservato, si rileva che l'ingiusto profitto e correttamente individuato nell'assunzione di Carrassi Luigi, Parisi Annaelena, Lovreglio Annarosa, Stringano Iolanda e Gargano Tommaso. Questi rapporti di lavoro, che non nascevano, come di consueto, da un normale iter (offerta di lavoro - colloquio - valutazione curriculum vitae - assunzione), risultano invece come la chiara e diretta conseguenza dell'estorsione".

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