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Cronaca

Inchieste sanità, i pm del caso Vendola si astengono dai processi

La richiesta di Bretone e Digeronimo motivata dal "clamore mediatico" suscitato dalla loro lettera sulla presunta amicizia tra il giudice che ha assolto Vendola e la sorella del governatore, fatto su cui ora indaga la Procura di Lecce

I pm di Bari Francesco Bretone e Desirè Digeronimo hanno chiesto e ottenuto lo scorso dicembre di astenersi dai procedimenti sulla sanità pugliese di cui erano titolari. La notizia emerge da una lettera a firma Digeronimo, allegata agli atti del procedimento della Procura di Lecce a carico del procuratore di Bari, Antonio Laudati, in cui si parla di una richiesta di astensione inviata a Laudati da entrambi i pm (Digeronimo e Bretone) accolta il 14 dicembre scorso.

In particolare, la richiesta riguarda il processo a carico del presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, assolto in primo grado dall'accusa di concorso in abuso d'ufficio per un concorso da primario all'ospedale San Paolo, quello sulla delibera delibera di giunta con la quale nel marzo del 2009 la Regione accettò di liquidare all'ospedale Miulli di Acquaviva 45 milioni di euro (in fase di indagini preliminari a carico di sette persone tra cui Vendola) e il processo a carico di 33 persone tra cui il senatore Alberto Tedesco (ex Pd), ex assessore pugliese alla Sanità, attualmente in fase di udienza preliminare.

Nel motivare la richiesta di astensione i pm fanno riferimento a "gravi ragioni di convenienza", "in conseguenza - è detto nella lettera - del clamore mediatico determinatosi a seguito della pubblicazione della nota riservata" inviata dai due pm al procuratore generale presso la Corte d'appello di Bari, Antonio Pizzi, e al procuratore della Repubblica di Bari, sulla presunta amicizia tra il giudice Susanna De Felice che ha assolto Vendola e la sorella del governatore, Patrizia, delle successive dichiarazioni di Anm, Camera Penale e di 26 pm baresi che all'epoca hanno attaccato i due sul mancato "rispetto delle regole".

Intanto sui presunti rapporti di amicizia tra la sorella del govenratore e il giudice De Felice indaga ora la Procura di Lecce che nei giorni scorsi ha ascoltato Patrizia Vendola come "persona informata sui fatti".

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