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Cronaca

Figlio di due donne, il Viminale si appella contro la trascrizione al Comune di Bari: "Incostituzionale"

In primo grado il Tribunale di Bari aveva respinto la richiesta di cancellazione presentata dal Ministero dell'Interno. Presentato il ricorso, di cui si discuterà a novembre

Si appella all'incostuzionalità della causa il Viminale, impugnando in Appello il decreto con il quale il Tribunale di Bari aveva respinto il 21 maggio corso la prima opposizione del Ministero, relativa la trascrizione dell’atto di nascita di un bambino - che attualmente ha 3 anni - figlio di due donne, una inglese e una italiana, registrata al Comune del capoluogo nel 2017. "La trascrizione dell’atto di nascita di un minore - è uno dei passaggi del ricorso presentato - che non ha legami di sangue con un italiano è contraria ai principi primari costituzionalmente garantiti quali sono quelli relativi al diritto alla cittadinanza italiana".

Tecnicamente il Tribunale aveva dichiarato il ministero non legittimato ad opporsi alla trascrizione dell’atto di nascita. Il processo di secondo grado è fissato per il 12 novembre dinanzi alla prima sezione civile della Corte di Appello di Bari: per il ministero, che si ritiene invece "legittimato ad agire in quanto titolare della competenza in materia di tenuta dei registri dello stato civile", "la situazione di fatto è quella di un bambino nato all’estero da una cittadina di nazionalità britannica al quale è stato attribuito lo status di figlio di una cittadina italiana, con la prima unita civilmente, ma con la quale egli non ha alcun rapporto biologico".

Nel procedimento sono costituiti il Comune di Bari e l'Avvocatura per i diritti Lgbti - Rete Lenford, a favore della validità dell’atto, dei quali il Ministero ha chiesto l'estromissione, insistendo con la Corte di Appello perché cancelli la trascrizione. Inizialmente era stata la Procura di Bari a chiedere la cancellazione dell’atto ma aveva poi rinunciato alla richiesta dopo aver accertato l’avvenuta trascrizione in Italia dell’unione civile contratta all’estero tra le due donne. Ma per il Ministero questo non basta e richiama nel ricorso anche una recente sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione secondo la quale "l'assenza di un legame genetico tra il minore e il genitore munito di cittadinanza italiana impedisce il riconoscimento del rapporto di genitorialità"».

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