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Lunedì, 29 Aprile 2024
Economia

Uva da tavola pugliese, la denuncia degli agricoltori: "Il 'ricarico' dei prezzi nei supermercati penalizza le vendite"

Stamattina, durante il 'tavolo di crisi' organizzato in Regione, la Cia Puglia ha illustrato le problematiche del settore: "L’uva senza semi è pagata ai produttori 70 centesimi al chilo, mentre i prezzi proposti dalla 'grande distribuzione', ai consumatori finali, toccano i 4 euro"

Costi di produzione insostenibili, ricarico sui prezzi da parte della Grande Distribuzione, oltre alla spietata concorrenza dei mercati comunitari ed extra europei. Sono queste le principali criticità affrontate oggi durante il 'tavolo di crisi' sull'uva convocato in Regione Puglia, dall’assessore Donato Pentassuglia, per confrontarsi con i produttori agricoli locali.

L’incontro si è svolto alla presenza del presidente della Commissione Attività Produttive della Regione, Francesco Paolicelli, e di numerosi sindaci. "L’uva senza semi è pagata ai produttori a circa 70 centesimi al chilo, tanto da non garantire il recupero dei costi di produzione, per non parlare dell’uva con semi, per la quale non c’è richiesta ha dichiarato il vicepresidente vicario regionale della Confederazione Italiana degli Agricoltori, Giannicola D’Amico - Nelle ultime settimane il prezzo dell’uva pagato ai produttori è di appena 0,30-0,40 euro al chilo, mentre i prezzi al supermercato toccano i 4 euro al chilo, livelli che rendono impossibili i consumi a causa del ridotto potere di acquisto dei consumatoriChiediamo di salvaguardare in via prioritaria l’uva da tavola pugliese, tenendo conto che è un momento storico davvero fondamentale per il futuro dell’agricoltura. Condividiamo la necessità di fissare gli importi massimi del sostegno per i ritiri dal mercato e delle quantità massime di prodotti assegnati per Stato membro".

La Cia ha proposto, durante il tavolo di concertazione, alcune azioni da compiere nell'immediato per proteggere il mercato pugliese dell'uva da tavola: la prima richiesta riguarda un incontro urgente con i responsabili regionali e nazionali della Grande Distribuzione per cercare di calmierare i prezzi proposti ai consumatori. Il secondo punto indicato dai produttori agricoli prevede una campagna di sostegno al consumo di uva da tavola pugliese. Richieste specifiche per l'occupazione puntano sull’esonero dei contributi previdenziali e assistenziali per lavoro autonomo e per assunzione di manodopera, oltre alla riduzione di oneri fiscali per i dipendenti agricoli.

"Le imprese pugliesi del settore sono un vanto e un fiore all’occhiello - ha aggiunto D’Amico - ma il 'Sistema-Paese' e le regole europee incidono, mortificandone la competitività. Servono regole nuove per agevolare l’incontro tra domanda e offerta di manodopera, favorire le aggregazioni, rendere operativo il catasto frutticolo nazionale istituito dal decreto ministeriale, rivedere immediatamente i negoziati europei con i Paesi extra europei, contingentando le importazioni per quantitativi e per periodi limitati nell’anno".

La Puglia è la prima regione italiana per numero di aziende, quantità e qualità della produzione di uva da tavola. Il dato complessivo regionale si attesta su una superficie di 24.900 ettari utilizzati e una produzione di circa 6.000.000 quintali. La provincia di Bari, da sola, registra 11.000 ettari utilizzati e una produzione annuale pari a 2.330.000 quintali.

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