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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Un centro protagonista e periferie cenerentola: la Bari "sbilanciata e asimmetrica" disegnata da un'indagine sulla città

Sono alcuni degli elementi emersi nel corso della ricerca denominata 'Quello che i baresi (non) dicono’ e commissionata dall’associazione Orbita alla società specializzata R.P. Consulting

Più senso civico e cultura del rispetto da parte dei cittadini, un punto di svolta per rendere la città di Bari più vivibile e appetibile anche a livello turistico, ma anche la necessità di rendere le periferie meno isolate, a fronte di un centro fin troppo considerato, specie a causa della presenza di stranieri e visitatori: sono alcuni degli elementi più importanti emersi nel corso dell'indagine denominata ‘Quello che i baresi (non) dicono’, commissionata dall’associazione Orbita alla società specializzata in ricerche sociali e di mercato R.P. Consulting di Bari per indagare bisogni, aspettative e mancanze da parte dei cittadini del capoluogo pugliese.

La ricerca è stata presentata ieri nel corso di un incontro nel Palamartino del quartiere Libertà di Bari. Lo studio socio-politico sull’elettorato barese, attraverso otto focus group qualitativi, due per ogni segmento di età (18-24 anni, 25-40, 41- 54 e over 55 anni), ha fatto emergere alcuni temi critici su cui occorre concentrare l’attenzione: su tutti, il senso civico e la cultura civica. Un grande tema che, a cascata, investe tutte le altre aree di criticità emerse, un tema trasversale ma sottolineato, in primis, dai più giovani (18-24 anni). Si lamenta la mancanza di educazione civica complessiva dei cittadini, unanimemente indicato come il punto di svolta per una città moderna, internazionale, che sappia presentarsi e accogliere al meglio ospiti e turisti. E che sappia anche donare ai baresi una elevata qualità della vita, nei fatti e non solo nella percezione esterna.

“Bari ce la deve ancora fare – ha commentato il presidente dell’Associazione Orbita Luigi De Santis - per assumere quel ruolo di città aperta, europea, multi-etnica, dinamica a cui aspira e a cui si sta lavorando da anni. Il ruolo della futura amministrazione della città dovrà essere, quindi, quello di continuare a costruire e soprattutto a regolare questa evoluzione, completando nel più breve tempo possibile tutte le opere in cantiere e arricchendo con soluzioni concrete e tangibili la varia e grande offerta di qualità che la città dovrà dare in primis ai suoi cittadini. E di conseguenza a ospiti, turisti ed estimatori”.

Tra le altre aree critiche un posto di rilievo è ricoperto dalla certezza del servizio di trasporto pubblico: essa è lamentata da molti come il vero problema della mobilità in città, dove la qualità dei mezzi è migliorata ma, allo stesso tempo, non si è ancora riusciti a dare garanzie su puntualità e frequenza delle corse, oltre che sulla sicurezza sui mezzi, specialmente nelle aree periferiche. Particolarmente importante il tema della pulizia, della manutenzione e della cura della cosa pubblica, sia del vecchio che del nuovo. La percezione generale è che Bari sia una città “lavori in corso” e che molte cose si siano già fatte e si stiano facendo ma, allo stesso tempo, non si stiano tenendo in ordine (le strade, le rotatorie, parchi e giardini, le aree con i cassonetti dei rifiuti).

Aumentare la sicurezza e la percezione di sicurezza è l’altro grande tema espresso dagli intervistati di entrambi i sessi, soprattutto in relazione alle donne. E questa doppia valenza di percezione ne rafforza moltissimo la percezione di gravità, in particolar modo legata ad alcune precise zone della città (Stazione Centrale, Piazza Umberto, quartiere Libertà). La città, secondo il sondaggio, appare oggi nel complesso asimmetrica e sbilanciata. C’è una parte ‘luccicosa e glamour’, un palcoscenico, che corrisponde in primis al centro città, che tutti, a partire dai turisti e dai forestieri, ammirano e di cui i baresi sono orgogliosi, anche se poi, in concreto, non ne godono nella loro quotidianità. E c’è poi una parte più polverosa e malmessa, un retropalco che corrisponde alle zone più periferiche (come i quartieri San Paolo e Sant’Anna) ma anche ad alcune zone a ridosso del centro (come il quartiere Libertà) che i baresi vivono tutti i giorni e di cui conoscono, e patiscono, i problemi, i limiti e le fatiche.

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