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Lunedì, 29 Aprile 2024
Calcio

Bari, parla Luigi De Laurentiis: "In arrivo rinforzi a gennaio. L'obiettivo restano i play-off"

Il presidente dei biancorossi durante l'incontro informale con la stampa per gli auguri di Natale ha fatto il punto sulla situazione della squadra, sulla spaccatura con i tifosi e ha parlato anche di eventuali scenari legati al futuro societario

Come di consueto nel periodo natalizio, il presidente del Bari Luigi De Laurentiis ha incontrato informalmente la stampa per gli auguri di buone feste presso l'Hotel Parco dei Principi a Palese.

Analogamente a quanto avvenuto negli anni scorsi di questa presidenza, c'è stato un momento in cui il patron biancorosso si è confrontato con i giornalisti, rispondendo alle domande su argomenti che finora hanno generato accese discussioni da parte del tifo e dell'opinione pubblica, visto l'andamento negativo della squadra nella prima metà della stagione.

"Quando il Bari perde sto male, mi confronto col direttore e con l'allenatore - ha esordito De Laurentiis -. Veniamo da una delusione importante. Io sono stato il primo a non volersi far prendere dallo sconforto. Ci sono stati degli errori? A gennaio tireremo una linea, abbiamo scelto giocatori che sulla carta erano più forti dello scorso anno. Abbiamo vari giocatori che non stanno dando le risposte che ci si attendevano. Diaw l'anno scorso ha fatto 35 partite, quest'anno sta avendo problemi fisici. Ménez, si è fatto male subito, poi è stata la volta di Maiello. L'inizio è stato difficile. C'è stato il cambio di allenatore. Probabilmente la delusione dello scorso anno si era insinuata nei giocatori e nel mister. Abbiamo cambiato in corso d'opera. Ci può stare che qualcuno non renda".

MERCATO - L'attenzione da parte di stampa e tifosi è inevitabilmente rivolta alla finestra di calciomercato invernale in cui ci si attende che vengano risolte almeno parte delle criticità palesate dalla squadra: "A gennaio abbiamo intenzione di aggredire mercato. Le priorità sono un attaccante e un play, poi bisognerà valutare anche le situazioni di chi finora non si è adattato. Polito è un dirigente ambizioso, e anche noi come proprietà dopo 6 anni non vogliamo fare meno. Le tempistiche? Io vorrei operare subito, non vogliamo perdere tempo. Mi auguro che possano essere trattative rapide".

SOSTENIBILITÀ - Nelle scelte di mercato estive e anche in quelle che verranno, il limite è imposto dall'attenzione ai costi: "Non è facile rispettare tutti i piani. Noi vogliamo essere sostenibili, investire senza creare buchi finanziari. Purtroppo anche in Serie B la tendenza da parte di alcuni club è quella di seguire l'esempio negativo della Serie A, contraendo grossi debiti. Noi non vogliamo fallire. O restiamo fino al 2028 o vendiamo, ma in ogni caso non posso lasciare una società con dei buchi. Non è detto che se si investe tanto i risultati siano automatici. Il Frosinone ha vinto spendendo il giusto, e anche con i prestiti. Sono anni che i conti del Bari sono in rosso, ma è un disavanzo gestibile: bisogna puntare alla sostenibilità. Se, come nel caso di alcuni top club di B, alle spalle ci sono gruppi miliardari certe perdite non contano. Noi siamo arrivati in B lo scorso anno e siamo andati oltre le aspettative. Quest'anno siamo partiti male, con sfortuna, tre infortuni gravi. Con Maiello, Ménez e Diaw avremmo qualche punto. La sfortuna purtroppo fa parte del calcio, d'altronde abbiamo perso la Serie A a 120 secondi dalla fine".

MALCONTENTO DELLA PIAZZA - Si è parlato anche della frattura con la tifoseria: "Quando vengono gli altri presidenti, mi chiedono come sia possibile che è già stato dimenticato tutto. In una piazza grande le aspettative sono al massimo. Non avere il supporto dei tifosi non fa bene ai calciatori, mi dispiace per loro. Sinceramente a volte dispiace anche per me, e i miei collaboratori. Fare male non è nel nostro modus operandi. Lavoriamo perché il Bari sia competitivo e al tempo stesso sostenibile. Venezia e Parma sono club miliardari, noi non abbiamo la stessa capacità di spesa. Loro hanno investito su una proprietà italiana, per imprenditori esteri è di pregio. Comprano palazzi, terreni. Possono avere bilanci in rosso di 90 milioni, se la norma cambia io sarò felice di arrivare in a con questa squadra. Barispac? Mai sentito nessuno".

LE CESSIONI DI CAPRILE E CHEDDIRA - De Laurentiis ha risposto anche riguardo un argomento che imperversa dalla scorsa estate, ossia le cessioni di Caprile e Cheddira, due protagonisti della scorsa annata: "Quando a un calciatore viene prospettata la possibilità di andare Serie A è difficile tenerlo in squadra. A Cheddira una squadra di B offriva quanto gli avrebbero dato in A, ma la visibilità che dà la massima serie è diversa. Dal punto di vista dell'ambizione lo capisco. Lo stesso vale per Caprile. Brenno? Per non è da meno rispetto a Caprile, abbiamo fatto un investimento importante per portarlo a Bari. Loro non li potevamo tenere. Se mi avessero detto che volevano rimanere prendendo di più sarei stato contento. Abbiamo puntato su Diaw che non era uno sconosciuto, aveva credenziali importanti, poi si è fatto male. Errori ne abbiamo commessi ma siamo stati anche sfortunati. Bisogna valutare correttamente, perché le assenze che abbiamo si sentono. Il bilancio del Bari è pubblico. Lo scorso anno (2022-2023) è costato 24 milioni, parte di quei soldi sono serviti per ripianare perdite e per finanziare il mercato di quest'estate".

PROBLEMI DI COMUNICAZIONE - Al presidente dei Galletti è stata chiesta anche la ragione del silenzio in cui si è trincerato da luglio in poi: "Forse potevo intervenire ma non mi dovevo giustificare. Quest'anno avremo introiti minori, ci saranno altri ammanchi. Col mercato di gennaio dovrò aggiungere denari, che si aggiungono al mister a casa (Mignani ndr). Se viene meno gente allo stadio si contribuisce a creare un buco. Puntiamo ai playoff, dire punto alla serie a è una follia. Siamo undicesimi, non mi fa piacere. Mancano gli spettatori ed è lecito, ma questo non aiuta. Non voglio lo scontro frontale con la stampa e con la piazza. Avrei potuto parlare alla presentazione nuovo mister. Mi preme che si continui a capire la nostra credibilità. Ad esempio trovo una brutta cosa il volantino contro gli sponsor. Gli sponsor ci mettono i soldi. Abbiamo le spalle grandi ma umanamente dispiace. I cori? Ovvio che non fanno piacere come non fa piacere leggere sui social insulti a mia madre. Non voglio colpevolizzare tifosi, certo è che un maggiore supporto non ci farebbe male". 

LA MANO DI MARINO - Luigi De Laurentiis ha parlato anche di Pasquale Marino e del suo impatto sulla squadra: "Nell'ultima partita si è visto che la squadra sta assimilando il credo del mister. Non è facile quando si perdono giocatori come Maiello. Per fortuna le prestazioni di Benali in quel ruolo sono in crescita. Sono contento si veda la mano del mister. A La Spezia davanti eravamo leggeri, ci mancava anche Sibilli. Il pareggio sarebbe stato meritato, sarebbe stato un punto d'oro".

APPEAL PIAZZA BARESE - Stimolato sull'appetibilità del Bari per investitori facoltosi: "Una piazza come Bari in Serie A può generare un fatturato concreto. Il sindaco cerca di aiutare. Io ho fatto incontri all'estero, qualcuno ci ha pensato, poi magari è tornato sui suoi passi. Può essere arrivino realtà che entrino in società, come è successo con Pisa, Parma e Atalanta. Mi piace essere chiaro: sono piste percorribili. Non ci siamo fermati, non vogliamo retrocedere. Quando abbiamo perso sono stato male". 

MESSAGGIO ALLA SQUADRA - LDL ha parlato anche di come vede il gruppo: "Stare in B non è una passeggiata. Nello spogliatoio vedo affiatamento, il problema riguarda alcuni singoli. Probabilmente nella fase iniziale, il peso della finale persa si è fatto sentire. Mister Marino? Mi ha colpito la sua empatia ma anche la sua capacità di essere autorevole. Il mercato? Sarà fatto in funzione di mister Marino. Diamogli fiducia. Asse Napoli-Bari sul mercato? Se esistesse la possibilità che qualcuno voglia scendere di categoria. Come si fa a ricucire lo strappo? Solo coi risultati. Il campionato è ancora lungo".

LA POSIZIONE DI POLITO - L'avvio di stagione turbolento ha minato anche la considerazione della piazza nei confronti di Ciro Polito, ma il presidente lo ritiene un punto fermo: "Ciro ha accusato il colpo come me dopo la finale persa. Noi però siamo persone abituate a incassare i colpi e a rialzarci. Quando si è a capo di un'azienda bisogna essere in grado di stare in piedi anche dopo aver preso una botta. Siamo stati zitti per un po' per metabolizzare. Lui era morto dopo la finale, steso per terra negli spogliatoi. Il giorno dopo ci siamo commossi. Se ho temuto le sue dimissioni? Nell'anno di C quando è arrivato Polito c'era il Catanzaro a 4 punti, e a un certo punto eravamo in ansia. In quel momento presi da parte Ciro e Mignani e predicai tranquillità. Quella calma ci ha portato fino alla fine. Non hanno mai mollato".

ESONERO MIGNANI - Infine il presidente ha parlato anche dell'esonero di Mignani, avvenuto dopo la trasferta con la Reggiana: "Mi è dispiaciuto. La telefonata che c'è stata tra noi è stata significativa, lui è un grande uomo, ha compreso che c'era confusione. Siamo stati sereni. Non ho voluto commettere l'errore che feci con Vivarini: se lo avessimo confermato aggiungendo qualche pedine, chissà... Con il Catanzaro poi ha fatto benissimo. Mignani ha sofferto molto l'esito della finale, ma dopo un paio di settimane si era detto in grado di andare avanti. Il campionato di Serie B è difficile, sono cambiati una decina di allenatori. Abbiamo fatto diversi colloqui, Marino era caldeggiato da Ciro, ed inoltre è stato il più convincente, quindi abbiamo deciso così". 


 

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