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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Scuola e Covid: istituti affollati, altri semivuoti. Il dossier di genitori e docenti: "Va totalmente riorganizzata"

Terry Marinuzzi è madre attiva nel coordinamento che coinvolge anche docenti e dirigenti impegnati nello studio destinato alla Regione: "Va ripensato l'intero sistema scolastico, paga anche il calo demografico"

“Ci sono istituti semivuoti e altri sovradimensionati, perciò va ripensata l’organizzazione, che deve tener conto del calo demografico e di un limite massimo di 20 alunni per classe”. Terry Marinuzzi è madre attiva nel coordinamento “La scuola che vogliamo - scuole diffuse in Puglia", che coinvolge anche docenti e dirigenti. Il suo impegno per una scuola che funzioni al meglio è concreto e costante. A ottobre la si ricorda assieme ad altri genitori organizzare con pettorine e cartoncini colorati l’entrata e l’uscita degli alunni della scuola media Zingarelli di Bari per evitare assembramenti. Nelle settimane successive alle chiusure degli istituti per il picco della pandemia Covid si è impegnata col Coordinamento affinché ci fosse un rientro in classe in sicurezza e la didattica a distanza integrata in caso di necessità. Ora, è impegnata col Coordinamento nella stesura di un dossier da presentare alla Regione perché si riorganizzi tutto il sistema scolastico.

“Ogni anno – spiega -  le Regioni approvano un piano con l’offerta scolastica, noi proponiamo dopo un accurato studio e un’analisi dei dati, un dossier sul dimensionamento della scuola. Soprattutto a Bari e a Taranto ci sono istituti sovradimensionati e altri, al contrario, che contano pochi alunni rispetto alle strutture in dotazione. Questo comporta classi sovraffollate nelle prime e spazi inutilizzati nelle seconde. Non solo. A causa dell’autonomia scolastica i singoli istituti capita che non collaborino tra loro. Quindi se a uno in difficoltà serve un’aula, una palestra o un laboratorio e li chiede a un altro, quest’ultimo pone degli ostacoli”. Della situazione precaria, con le ordinanze del governatore Michele Emiliano che si susseguono tra chiusure e didattica a distanza, secondo il Coordinamento i primi a pagarne le spese sono i ragazzi. “Se il governo – sottolinea Marinuzzi -  ha stabilito il rientro garantito al 50 per cento, vuol dire che la scuola può garantire il ritorno in presenza, ma se in alcune scuole le aule non consentono il rientro in sicurezza è necessario organizzare dei turni o ricorrere alla didattica a distanza integrata”.

Ma ci sono altri aspetti nell’analisi del Coordinamento fondamentali da affrontare perché sottolineano più sbilanciamenti. “Oltre al dover porre il limite di 20 alunni per classe, in grado di garantire una didattica più efficace a vantaggio di tutti e la sicurezza sanitaria, con il rispetto del distanziamento utile per il ritorno in aula a partire dal nuovo anno, c’è da risolvere la mal distribuzione di alunni tra le zone della città. A Bari i licei scientifici sono concentrati in un paio di municipi e ce ne sono tre che non li hanno proprio. Si pensi al rione Libertà o a San Girolamo Fesca, con edifici per scuole primarie o medie mezzi vuoti. Ciò comporta un problema di mobilità, di trasporti, di relazioni e di utilizzo delle strutture. Proponiamo perciò – aggiunge -  che si crei una rete scolastica che metta in relazione i diversi municipi per regolare il viaggio, il sistema dei trasporti cittadini. Quello della mobilità è un tema fondamentale  che, al di là della pandemia, ha a che fare con la sostenibilità delle nostre città e con gli obiettivi dell’agenda europea 2030”. Nel dossier destinato alla Regione, si analizza anche il calo demografico che ha delle conseguenze dirette sull’organizzazione delle scuole, di qui il piano complessivo proposto con grafici e numeri che evidenziano gli sbilanciamenti esistenti, che compromettono la qualità della fruizione della scuola. “È un problema che si avverte dalla prima media in giù ma che fra pochi anni si riverserà sui licei. Per questo è necessario rivedere i parametri attuali e programmare l’organizzazione della scuola da qui ai prossimi cinque anni almeno, altrimenti non ci ritroviamo più. E anche in questo l’autonomia delle scuole in concorrenza per accaparrarsi iscrizioni non aiuta. Non a caso – conclude Marinuzzi - nella primavera dello scorso anno pubblicammo un manifesto per le scuole solidali, affinché ci sia collaborazione tra tutti gli istituti e l’intero sistema”.  

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