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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Controlli sui green pass al personale, tamponi, trasporti: i nodi del rientro a scuola. "La dad a scelta in Puglia? Ora più limiti per le Regioni"

A meno di un mese dalla ripresa delle lezioni, diverse restano ancora le incognite. A fare un punto della situazione Roberto Romito, presidente regionale dell'Associazione Nazionale Presidi, che sull'ipotesi di un nuovo ricorso alla didattica 'a richiesta' in tutta la regione afferma: "Con il nuovo decreto non dovrebbe più potersi verificare"

Dalla gestione dei controlli sul green pass del personale scolastico al nodo del piano trasporti. Mentre settembre è ormai alle porte e la riapertura delle scuole si avvicina a grandi passi, sono ancora tante le incognite che accompagnano la ripartenza delle lezioni. In Puglia, come nel resto del Paese, i dirigenti scolastici sono alle prese con le regole previste dall'ultimo decreto del governo per la "ripresa in sicurezza" delle attività, sulla cui effettiva applicazione, però, restano ancora incertezze e punti critici che rischiano di rendere complicato e caotico l'avvio del nuovo anno.

"Il green pass per il personale, così come i vaccini agli studenti, sono due aspetti determinanti per far sì l'anno scolastico possa iniziare senza il temuto ricorso alla didattica a distanza, ma restano una serie di incognite che riguardano, ad esempio, l'applicazione della norma sui controlli delle certificazioni", evidenzia Roberto Romito, presidente pugliese dell'Associazione Nazionale Presidi. Le perplessità riguardano, in particolare, la necessità per il personale di dover esibire - e per i presidi di dover controllare - il green pass a ogni accesso: "Una logica da poliziotto non necessaria in un ambiente come la scuola, in cui magari docenti e operatori sono in servizio da anni: sarebbe bastato lavorare, come noi presidi avevamo suggerito, a un sistema per l'incrocio dei dati tra scuola e anagrafe vaccinale delle Asl". Un sistema che avrebbe permesso, spiega Romito, di avere una panoramica completa su docenti e operatori vaccinati e non, e di ottenere anche un altro dato, quello della scadenza del green pass, "che invece nella app di verifica C19 non compare" e che coinvolge un altro aspetto, ovvero quello dell'eventuale sospensione e sostituzione del personale sprovvisto di certificazione. 

Intanto due giorni fa la Regione ha reso noti i dati della copertura vaccinale del personale scolastico. Il 95,34%  ha ricevuto finora almeno una dose di vaccino: 82.665 persone, su una platea complessiva di 86.706. La percentuale di non vaccinati si attesta dunque al 4,66%: come spiegato dal direttore del Dipartimento Salute, Vito Montanaro, l’intervento del Garante della privacy non rende possibile distinguere i soggetti impossibilitati ad aderire alla campagna vaccinale da quelli che invece hanno rifiutato il vaccino, anche se, ha assicurato Montanaro, "si tratta di un numero assolutamente limitato".

Un altro aspetto controverso evidenziato dall'Anp, però, riguarda proprio i tamponi per il personale non vaccinato. "Il ministro ha fatto una precisazione dopo aver sottoscritto un protocollo di intesa, che come Anp non abbiamo firmato, nel quale questo punto è proprio ambiguo", dice Romito riferendosi alle parole di Bianchi, che ha chiarito che "non ci saranno tamponi gratis ai no vax". "Nel protocollo non c'è scritto che i tamponi devono essere fatti solo per coloro che non si possono vaccinare, c'è scritto che devono essere fatti i tamponi, punto. E' una criticità piuttosto grave", sottolinea Romito, che evidenzia anche come dovranno essere poi le scuole, ancora una volta, a farsi carico anche di controllare i tamponi eseguiti.

Ma la lista dei nodi irrisolti non si esaurisce qui. Tra le questioni altrettanto importanti, c'è quella del piano trasporti. "Con una scuola in presenza al 100%, non possiamo avere la capienza dei mezzi di trasporto all'80%", è l'obiezione dell'Anp, che in Puglia, nello specifico, ha proposto il ricorso ai mezzi di società di trasporto private per potenziare i collegamenti e attivare linee dedicate agli studenti delle scuole superiori. Un'idea che avrebbe incontrato il no della Prefettura di Bari, ma anche un'apertura da parte della Regione. "L'assessore ai Trasporti Maurodinoia - dice Romito - si è mostrata possibilista, nel caso in cui l'andamento del Covid dovesse rendere necessaria un'ulteriore riduzione della capienza dei mezzi". Irricevibile, invece, per i presidi, l'idea di scaglionare gli orari di ingresso per consentire ai mezzi il trasporto 'dedicato' degli studenti: "Una proposta che non tiene conto delle esigenze delle scuole, ma neppure dei ragazzi e delle famiglie".

Sempre in Puglia, resta aperta anche la questione dei Toss, i Team di Operatori Sanitari Scolastici, già previsti dallo scorso anno ma mai attivati. "Abbiamo avuto rassicurazioni dall'assessore alla Sanità Lopalco che entreranno in azione da fine settembre", riferisce Romito. Inizialmente, dovrebbe essere garantita la presenza di un operatore ogni due scuole, con il compito di sostenere gli istituti in tutte le questioni sottese all'emergenza sanitaria: supporto alla campagna vaccinale, al tracciamento, per l'avvio ai tamponi o per le segnalazioni di eventuali focolai. "Noi lo abbiamo salutato come un fatto positivo - commenta il presidente pugliese dell'Anp - ma bisogna attuarlo: per ora siamo sulla carta".

Non poche, dunque, a neppure un mese dall'avvio delle lezioni in Puglia (anche meno, per alcuni istituti che anticiperanno la partenza) le incognite ancora da chiarire. Nel quadro generale riferito alla Puglia, tuttavia, Romito tiene a sottolineare "un punto positivo" legato al nuovo decreto: "Una situazione come quella dall'anno scorso, della didattica a distanza a scelta per le famiglie, non si dovrebbe più poter verificare - rimarca il referente dell'Anp Puglia, che già lo scorso anno si è più volte pronunciata contro il ricorso alla 'dad a richiesta' -  Di fatto il decreto - evidenzia Romito - assegna al governo l'esclusivo compito di colorare le Regioni, e le Regioni hanno la facoltà di dichiarare una sorta di situazione di emergenza soltanto su ambiti territoriali definiti e per motivi eccezionali, ovvero laddove sia necessario sospendere la didattica in presenza in un Comune, o in una specifica scuola. In quel caso, comunque, la didattica in presenza si sospende per tutti, senza facoltà di scelta, perché se c'è un rischio sanitario il rischio sanitario è per tutti. Questo - conclude Romito - era quello che chiedevamo anche l'anno scorso, ma non siamo mai stati ascoltati".
 

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