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Cronaca Carrassi / Corso Benedetto Croce

Passeggiata antiracket a Carrassi: "La denuncia dei commercianti modello per tutta la città"

Rappresentanti della FAI e delle istituzioni hanno incontrato i negozianti di corso Benedetto Croce: dalla denuncia di alcuni di loro, è partita l'indagine che ha portato all'arresto per estorsione di 5 persone, tra cui il presunto capoclan Diomede. Tano Grasso: "Quello che è successo qui segna uno spartiacque storico per la città"

“Questa non è solo un’iniziativa di sensibilizzazione, è qualcosa di più. E' una passeggiata che coltiva la fiducia, che incoraggia i commercianti come noi a confidare nelle istituzioni, portando un esempio concreto, un modello che può valere per tutta la città. Perché in questa strada è accaduto un fatto inedito per Bari: per la prima volta un gruppo di commercianti ha denunciato collettivamente attraverso l’associazione antiracket. E una denuncia collettiva mette al riparo in maniera forte chi si espone,  garantisce la sua sicurezza”.  

A segnare quello che Tano Grasso, fondatore e presidente onorario dell’associazione antiracket, definisce uno “spartiacque storico” per la città di Bari, è stato il coraggio di un gruppo di commercianti di corso Benedetto Croce. Dalle loro denunce,  inizialmente raccolte dal FAI, ha preso avvio l’operazione che a febbraio scorso ha portato all’arresto per estorsione di  cinque persone, tra cui il presunto capoclan di Carrassi, Franco Diomede.

Questa mattina, i rappresentanti nazionali e locali dell’associazione antiracket FAI, insieme al viceministro dell’Interno Bubbico, al sindaco Decaro, al prefetto Carmela Pagano e ai rappresentanti delle Forze dell’ordine, hanno partecipato alla passeggiata organizzata dalla FAI in corso Benedetto Croce, entrando nelle attività commerciali per incontrare i negozianti.  Un modo per mostrare la vicinanza delle istituzioni ma soprattutto per far conoscere l’attività dell’associazione antiracket,  portando l’esempio di chi ha deciso di ribellarsi a chi magari non ha ancora trovato la forza di uscire dal silenzio.

Un invito, quello a denunciare le richieste estorsive, rilanciato anche dagli stessi commercianti che hanno già fatto la scelta di non subire più. Come i titolari di una macelleria della zona: “Noi speriamo che questo gesto serva a smuovere le coscienze di tanta gente – dicono – Non è semplice far cambiare idea,  sia alla vecchia generazione di commercianti che alla nuova, purtroppo. Ma speriamo che questo serva a far capire che tanto con la paura non si va da nessuna parte. Da quando abbiamo deciso di denunciare, non ci siamo mai sentiti soli, siamo sempre stati affiancati dall’associazione antiracket e dalle forze dell’ordine. La città si deve risvegliare, loro sono pochi, noi siamo tanti, possiamo vincere”.

A fare eco alle parole dei commercianti, quelle del sindaco, Antonio Decaro: “Sono piccoli uomini e sono poco numerosi,  pensano che utilizzando le armi possono spaventare un’intera comunità. Ma i cittadini questa volta hanno reagito, e non è la prima volta che accade, le indagini della Procura e delle forze dell’ordine ci dicono che  anche altrove, in altri quartieri, le persone cominciano a reagire”. Il commissario straordinario antiracket Santi Giuffrè  ha sottolineato anche l’importanza del sostegno offerto dall’associazione antiracket, con la possibilità per il commerciante che denuncia di accedere ad un fondo e a benefici economici per supportare la sua attività. Il viceministro Bubbico ha ribadito l’importanza della sensibilizzazione, lanciando un invito a tutti i cittadini e commercianti, anche quelli che non hanno mai subito richieste estorsive , a supportare l’impegno delle associazioni antiracket perché “perché la paura la si vince mobilitandosi tutti, è importante il protagonismo dei cittadini”. 

passeggiata-antiracket-carrassi-decaro-commerciantiUltima tappa della passeggiata antiracket il negozio di ottica di Giuseppina Lacarbonara, presidente della FAI antiracket di Bari nata ad aprile 2015.  Un percorso, quello che l’ha portata all’incontro con l’associazione, cominciato nel 2009, quando Giuseppina ha deciso di denunciare chi la taglieggiava. Richieste diventate via via più pesanti e insistenti, fino alla pretesa di cedere l’attività. “Non avevamo più soldi per fare la spesa, per comprare la merce. La tua vita cambia, tutto cambia”. Fino alla scelta di uscire dal silenzio. “Volevano il mio negozio. La nostra attività invece è sempre rimasta aperta, non abbiamo mai abbassato le saracinesche, anche grazie al sostegno dato dal fondo del FAI”. Giuseppina racconta il suo percorso, insieme al coordinatore regionale della Fai, Renato De Scisciolo, “che mi ha insegnato che le vittime non si lasciano mai sole”. E oggi lancia il suo messaggio:  “Con questa grande passeggiata spero che tutti i commercianti e tutti i cittadini di Bari possano risvegliarsi, e impegnarsi per dare una città pulita ai  nostri figli”.


 

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