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Lunedì, 29 Aprile 2024
Economia

Stop al fermo pesca su gran parte dell'Adriatico e anche nel Barese: via libera a grigliate e fritture "km zero"

"Il fermo cade quest’anno in un momento difficile – denuncia Coldiretti Impresapesca – per la flotta con l'impennata del prezzo del gasolio che negli ultimi tre mesi ha fatto registrare un incremento del +25%"

Torna il pesce fresco a tavola lungo tutto l’Adriatico con lo stop al fermo pesca nel tratto di costa da San Benedetto e Termoli, dopo che la flotta aveva già ripreso le attività da Trieste ad Ancona e da Manfredonia a Bari. Lo riporta l'Adn Kronos. A darne notizia è Coldiretti Impresapesca nell’annunciare la fine dal 24 settembre del blocco che era scattato il 19 agosto scorso. Restano, invece, fermi in porto i pescherecci nella fascia di costa da Brindisi a Reggio Calabria. Via libera dunque – sottolinea la Coldiretti – lungo la costa adriatica a fritture e grigliate a “chilometri zero” realizzate con il pescato locale e meno rischi di ritrovarsi nel piatto, soprattutto al ristorante, prodotto congelato o straniero della stessa specie del nazionale se non addirittura esotico e spacciato per nostrano.

"Il fermo cade quest’anno in un momento difficile – denuncia Coldiretti Impresapesca – per la flotta con l'impennata del prezzo del gasolio che negli ultimi tre mesi ha fatto registrare un incremento del +25%. Ma a pesare son anche le nuove linee di indirizzo della Commissione Ue a partire dal divieto del sistema di pesca a strascico e dalla restrizione delle aree di pesca con tagli fino al 30% di quelle attuali, denuncia Coldiretti Impresapesca, con scadenze ravvicinate nel 2024, 2027 per concludersi nel 2030. Senza dimenticare l’invasione del granchio blu che sta danneggiando gravemente le attività di acquacoltura lungo tutta la Penisola. Resta poi il problema che – spiega Coldiretti Impresapesca – l’assetto del fermo pesca 2023 non risponde ancora in tutti gli areali alle esigenze delle aziende né a quelle di sostenibilità delle principali specie target della pesca nazionale, tanto che lo stato di alcune risorse che il fermo vorrebbe tutelare, in una delicata fase di vita, nei 38 anni di fermo pesca non è gran che migliorato nonostante gli sforzi e le restrizioni messe in atto dalla flotta nazionale che ha visto una contrazione perdendo circa il 33% delle unità da pesca e 18000 posti di lavoro" conclude Coldiretti.

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