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Sel ancora senza segretario regionale, tra bilanci post-primarie e strategie future

Dopo le dimissioni di Gano Cataldo, l'incarico potrebbe essere affidato pro-tempore al consigliere regionale Michele Losappio. Ma al di là dell'assetto dirigenziale, il partito deve decidere la rotta da seguire alla luce del risultato raccolto da Stefàno nelle primarie

Alla ricerca di un segretario regionale. E di una svolta politica da imprimere al più presto. Le dimissioni di Gano Cataldo alla guida di Sinistra Ecologia e Libertà hanno scosso non poco l’ambiente vendoliano pugliese. Gli argomenti e le scadenze s’intrecciano con le strategie da elaborare in vista delle elezioni regionali della prossima primavera; senza escludere gli scossoni che potrebbero giungere da Roma con Renzi pronto a staccare la spina pur di rafforzare l’azione dell’esecutivo e mettere in soffitta “minacce esterne”. Al momento l’idea che serpeggia a Bari è quella di affidare pro-tempore la segreteria regionale al dirigente provinciale Michele Losappio, dal 2005 al 2009 assessore regionale all’Ecologia ed attualmente consigliere in quel di via Capruzzi.

L’ipotesi B è quella di affidare il coordinamento regionale ad un parlamentare (i più quotati sembrano Nicola Fratoianni, Arcangelo Sannicandro e Annalisa Pannarale) anche se sembra una strada di difficile percorribilità. Ma al di là dell’assetto dirigenziale, in Sel si muovono diverse correnti di pensiero sul “che fare”. Il successo delle primarie, con Dario Stefàno capace di raccogliere oltre il 30% delle preferenze, dimostra come esista una quota importante di elettorato che gradirebbe un progetto alternativo a quello proposto dal Pd, che pur rimane il primo attore politico della coalizione.  Dario Stefàno ha promesso fedeltà a Michele Emiliano e insieme correranno contro il candidato del centrodestra ancora da definire. Stefàno però raccoglie molto consenso personale che, di sicuro, non alberga soltanto nella sfera della sinistra ma attinge anche da aree diverse, comprese quelle legate al mondo dell’imprenditoria e di certi settori democristiani dell’area salentina.

Per questo si attende gennaio, quando Vendola lancerà da Milano la Leopolda Rossa con l’obiettivo di far confluire in un’unica forza politica quel popolo che non ne vuole sapere di stringere accordi con Matteo Renzi. Cosa succederà è difficile ipotizzarlo al momento. Di sicuro c’è che l’asse Stefàno-Emiliano è forte e non sarà messo in discussione. Sel non può venire meno al patto siglato con le primarie, nonostante i mal di pancia di Vendola. Ma è anche vero che tutto può succedere. Una human factor in salsa pugliese potrebbe nascere se riuscisse ad assemblare una proposta capace di tenere insieme diversi mondi: dalla sinistra giovanile a rifondazione comunista passando dal mondo universitario e senza dimenticare altri gruppi (formali e non) che hanno voglia da un lato di continuare il percorso di rinnovamento iniziato con Vendola e dall’altro di configurare una nuova azione politica. Una cosa è certa, il tempo non è tanto. Le elezioni sono alle porte.

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