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Scuola in Puglia, oltre 5mila cattedre vuote e rischio classi pollaio. La denuncia della Uil: "Il governo ha fatto solo spot"

Nelle sole province di Bari e Bat sono 1.768, di cui 439 per il sostegno, cui aggiungere centinaia di posti finiti in organico per le tardive certificazioni a pensione acclarate dall'Inps. Verga: "Non hanno ascltato le nostre proposte"

La scuola in Puglia rischia di presentarsi ai nastri di partenza di settembre con problemi di carenza di organico. Sono 5.171 le cattedre vacanti in tutta la regione e “buona parte di esse – denuncia la Uil Scuola, dopo la pubblicazione delle immissioni a ruolo - resteranno tali per assenza di aspiranti”. Tra queste 1.768 (di cui 439 sostegno) riguardano le province di Bari e Bat. Il sindacato parla di proclami inutili da parte del governo e di problemi che si sarebbero potuti risolvere seguendo le indicazioni fornite dalle segreterie dei confederali: i due requisiti dell’abilitazione e dei tre anni di servizio utilizzati disgiuntamente, a differenza di quanto è accaduto.

“Con le modalità di assunzione previste nel decreto sostegni bis – spiega il segretario Uil scuola Giovanni Verga - che non ha tenuto fede alle nostre richieste, considerato il numero di aspiranti presenti nelle graduatorie, non si riusciranno a coprire tutti i posti vacanti. I numeri sono allarmanti: 415 infanzia, 365 primaria, 1.241 primo grado, 2010 secondo grado e 1.159 sostegno”. Numeri cui bisognerebbe aggiungere centinaia di posti finiti in organico a causa delle tardive certificazioni a pensione acclarate dall'Inps dopo la mobilità, ma che in realtà non sarebbero disponibili.

I sindacati avevano anche manifestato in favore delle loro proposte il 9 giugno scorso in piazza prefettura a Bari (erano presenti anche Snals e Anief) per sostenere le loro proposte e denunciare la presenza di oltre 3 mila precari e almeno 150 classi pollaio in tutta la regione. Numeri che si scontrano con le esigenze dettate dalla pandemia e dalle misure di distanziamento antiCovid. “Alla scuola non servono spot – insiste Verga- , ma occorrono provvedimenti seri, per evitare le centinaia di classi pollaio presenti in Puglia e il continuo avvicendamento di precari nelle aule scolastiche. Andavano poste in essere, sin da subito, le nostre proposte. Siamo indotti a pensare che la rigidità del reclutamento serve a risparmiare, ancora una volta, sul sistema d’istruzione, già fortemente penalizzato nell’ultimo decennio da tagli verticali e usato puntualmente come cassa di risparmio per altre misure”.

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