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Cronaca Japigia / Via Siponto

Indagini sull'incendio dei locali di via Siponto: al setaccio le telecamere del giardino. Cantiere infinito e raid 'annunciato'

L'ipotesi della 'bravata' di alcuni ragazzini è la più accreditata. Si allungano, inevitabilmente, i tempi di consegna di un'opera il cui iter burocratico è cominciato ben 9 anni fa, come per l'altra incompiuta di Japigia, la pineta di San Luca

In attesa di ripristinare la sicurezza dell'area, proseguono le indagini sugli autori dell'incendio che, nel tardo pomeriggio di domenica, ha danneggiato l'edificio, non ancora completato, all'interno del cantiere del giardino di via Siponto, nel quartiere Japigia di Bari. L'episodio si aggiunge all'eterna storia cominciata a fine 2012 quando presero il via i primi passi per la realizzazione dell'area verde: oltre 9 anni tra problemi, burocratici e non, per un appalto il cui iter cominciò nell'ultimo periodo della Giunta comunale di Michele Emiliano.

Il cantiere fa il paio con l'altra incompiuta di Japigia, la pineta di San Luca per la quale l'inaugurazione, anch'essa ritardata da atti vandalici e lavori a rilento, potrebbe avvenire in primavera. In pratica, due fili della stessa storia. E' lo stesso sindaco Antonio Decaro, nella diretta Facebook all'esterno della struttura di via Siponto, pochi minuti dopo l'incendio di domenica, a spiegarlo ai baresi: "Più volte la città si è chiesta per quale motivo in via Siponto e nella pineta di San Luca i lavori non finivano mai. La ditta che stava eseguendo i lavori sapeva che avrebbe avuto ritorsioni e atti vandalici", alcuni dei quali già avvenuti nei mesi scorsi, come nella circostanza delle telecamere distrutte a dicembre nella pineta del 'Quadrilatero' di Japigia.

Nel caso di domenica in via Siponto, però, l'ipotesi più accreditata potrebbe essere quella legata a una bravata da parte di un gruppo di ragazzini: almeno sei, secondo alcune testimonianze e i primi rilievi delle indagini che potrebbero usufruire delle immagini delle apparecchiature di videosorveglianza. Occhi che, seppur attivabili ancora da remoto, dovrebbero aver immortalato gli attimi prima del rogo.

Un incendio, di fatto e purtroppo, annunciato: gli stessi residenti, sui social, spiegano, a tal proposito, che già il 3 gennaio scorso vi erano stati "movimenti strani" attorno alla costruzione, danneggiata alcuni giorni prima e già nelle scorse settimane attaccata dai vandali. Il rischio di vedere la struttura prima o poi completamente devastata era, di fatto, sempre presente, ancor di più a causa dell'allungamento dei tempi di consegna dell'opera. Questi ultimi, adesso, sono una conseguenza inevitabile e tutta da quantificare.

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