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Cronaca

Maxi ricorso per i test a Medicina, il Tar riammette mille studenti

I ricorrenti, inizialmente 'immatricolati con riserva', diventano immatricolati di diritto. Tra loro ci sono i ragazzi che effettuarono la prova nell'aula 3 dell'Università di Bari, nella quale poi soi verificò il caso del plico scomparso dal quale è partito il ricorso

Sono quasi mille in tutta Italia i ricorrenti contro i test d'accesso al corso di laurea in Medicina, chirurgia e odontoiatria che saranno definitivamente equiparati agli altri studenti vincitori di concorso, passando dall'essere 'immatricolati con riserva' ad immatricolati di diritto. Le prime sentenze di accoglimento dei ricorsi sono state emanate dal Tar Lazio il 19 giugno scorso.

I primi ricorrenti ammessi definitivamente sono gli studenti che effettuarono la prova nell'aula 3 dell'Università di Bari, nella quale poi si verificò il caso del plico manomesso dal quale è partito il ricorso. Oltre a questi sono stati ammessi anche tutti i ricorrenti della Federico II, oltre a piccoli gruppi di Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata e Milano Statale. Lo ha reso noto l'Udu, che ha promosso il maxi ricorso.

"E' una vittoria storica per la battaglia che da tanti anni la nostra organizzazione porta avanti negli atenei italiani contro la lotteria del numero chiuso - commenta Gianluca Scuccimarra, coordinatore nazionale UDU (Unione degli Universitari) in una nota - Grazie a questa sentenza oltre mille studenti che già studiano medicina grazie alle ordinanze cautelari saranno completamente equiparati agli studenti entrati con i test e soprattutto potranno continuare a studiare per raggiungere l'obiettivo negato da un sistema universitario che garantisce sempre meno il diritto allo studio. Il tribunale non solo ha riconosciuto le falle del sistema del numero chiuso, ma anche il fatto oggettivo che i tanti studenti entrati a medicina tra settembre e novembre hanno sostenuto un con successo e ottimi voti gran parte degli esami previsti dal loro piano di studi, mettendo a tacere definitivamente chi pensa ancora che il test e la programmazione servano a individuare gli studenti più bravi".

"Siamo soddisfatti per la conclusione di una fase di vita caratterizzata da una forte precarietà per quegli studenti che, pur dopo aver cominciato un percorso di studio con esiti positivi, non avevano ancora la certezza di essere immatricolati in via definitiva, con il rischio di essere espulsi da un percorso di formazione - commenta Luca Ieva, coordinatore di Link Bari - . Bisogna ora più che mai ridiscutere il sistema dei test, prendendo consapevolezza della scarsità di personale medico e dell'inadeguatezza dei test stessi, affinché università e Ministero aumentino le risorse strutturali per la formazione di nuovi medici. Questa sentenza non rappresenta una sconfitta del numero chiuso, che può avvenire solo sul piano politico e culturale, ripensando un'università di massa, gratuita e aperta a tutti per aumentare il numero di laureati (siamo ultimi in Europa) e ripensare il nostro modello di sviluppo"

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