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Cronaca

Triplice omicidio al San Paolo, allarme per la guerra tra clan. Ritrovata un'auto bruciata

Indagini serrate per far luce sull'agguato: alla periferia del quartiere ritrovata una Croma data alle fiamme che potrebbe essere stata usata dai sicari. Eseguite perquisizioni in diverse abitazioni e una prova stub. Il sindaco chiede la convocazione del Comitato per la sicurezza: "E' guerra per il controllo dello spaccio di cocaina"

Proseguono a ritmo serrato le indagini per cercare di fare chiarezza sul triplice omicidio avvenuto ieri in pieno giorno al quartiere San Paolo. Nelle ultime ore gli investigatori avrebbero eseguito una decina di perquisizioni in abitazioni di diverse zone della città e uno stub (la prova che permette di rilevare la presenza di polvere da sparo sul corpo e sui vestiti). Ma l'attenzione degli investigatori si concentra in particolar modo su un elemento: il ritrovamento di  un'auto bruciata, una Croma, in contrada Prete, alla periferia del quartiere. L'auto potrebbe essere stata usata dai sicari per raggiungere il luogo dell'agguato, ma si tratta di un'ipotesi ancora da accertare.

AGGUATO A COLPI DI KALASHNIKOV - Resta, intanto, la ferocia dell'esecuzione: una raffica di colpi di mitraglietta e di pistola, sparati in pieno giorno, in via Piemonte, una delle strade più frequentate del quartiere San Paolo, sotto gli occhi di una folla di persone appena uscite dallafiore-vitantonio-2 vicina chiesa di San Pietro Apostolo. Secondo gli investigatori l'obiettivo principale dei sicari era proprio Vitantonio Fiore, 22 anni, figlio del capoclan di San Pasquale Giuseppe Fiore, attualmente in carcere per scontare una condanna per omicidio. Con lui altri due giovani, feriti a morte, che muoiono qualche ora dopo in ospedale: Triplice omicidio al San Paolo: morti Vitantonio Fiore, Claudio Fanelli e Antonio Romito
Claudio Fanelli di 31 anni e di Antonio Romito, di 30 anni
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GUERRA TRA CLAN - E' una strage, una vera e propria esecuzione mafiosa, che mette in allarme gli investigatori: a Bari sta per riesplodere la guerra tra clan. La ferocia con la quale l'agguato è stato compiuto lascia pensare ad una vendetta, compiuta per punire qualche 'sgarro' o per lavare con il sangue l'uccisione di un rivale.  Gli investigatori non escludono, ad esempio, che quanto accaduto ieri al San Paolo possa avere un collegamento con l'ultimo fatto di sangue avvenuto poco più di un mese fa proprio a San Pasquale: l'omicidio del 32enne sorvegliato speciale Giacomo Caracciolese, altro 'pezzo da novanta' della mala barese. Ma i segnali di una ripresa delle ostilità tra clan attraversano in realtà tutti i quartieri: martedì scorso, al quartiere San Girolamo, i sicari hanno fatto fuoco con un 37enne barese, fratello di un altro nome noto della criminalità locale.

IL CONTROLLO DELLE ATTIVITA' DI SPACCIO - Il sindaco MIchele Emiliano ha lanciato un appello al ministro dell'Interno Alfano affinchè convochi subito "un Comitato nazionale per l'Ordine e la sicurezza pubblica, per discutere non solo della strage di Bari, ma del riaccendersi in tutta Italia del ruolo mortale delle mafie italiane". Per Emiliano, la ripresa delle ostilità tra clan è legata principalmente alla droga. "Ribadisco ancora una volta a tutta la cittadinanza - ha scritto ieri il sindaco in una nota - che la gran parte di questi fatti criminosi sono dovuti alle contese per le piazze di spaccio della cocaina, per molti divenuta quotidiana compagna per il divertimento e per le performance professionali. Ribadisco ancora una volta che chi tira cocaina non solo ammazza se stesso ma è indirettamente responsabile anche di tutti i delitti e omicidi che vengono commessi per consentire la distribuzione in città di queste sostanze stupefacenti".

"CHI HA VISTO, PARLI" - Il sindaco ha poi rivolto un appello affinchè eventuali testimoni del triplice omicidio di ieri si facciano avanti. "Lancio un appello affinché la città rimanga unita nel contrasto a queste forme di criminalità mafiosa che, approfittando della crisi economica e della debolezza delle istituzioni da quest'ultima derivante, vogliono riprendere il controllo della città di Bari, della Regione Puglia e dell'Italia intera. La lotta alla mafia si fa soprattutto mostrando coraggio, determinazione, organizzazione e intenti comuni. Noi non ci rassegneremo mai e contenderemo a questa mala bestia le strade della città, i nostri bambini, i luoghi pubblici che dovranno essere presidiati non solo dalle forze del'ordine ma da tutti i cittadini. Chi ha visto qualcosa parli, anche in forma anonima, chi sa qualcosa la racconti subito agli inquirenti, perché in questa fase solo indagini veloci e precise possono restituirci la sicurezza".

* Nella foto una delle tre vittime, Vitantonio Fiore

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