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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica

Ispezione antimafia al Comune di Bari, come funziona la commissione di accesso: l'iter e i tempi

Cosa accade dopo il provvedimento di accesso ispettivo disposto nei confronti del Comune di Bari: i passaggi e le tempistiche del lavoro della Commissione

Nella giornata di ieri, 19 marzo, il ministro dell'Interno Piantedosi ha firmato un provvedimento di accesso ispettivo nei confronti del Comune di Bari, per la nomina di una commissione incaricata di verificare un'eventuale ipotesi di scioglimento del Comune. Un atto, ha spiegato il Ministero in una nota, che "si è reso necessario in esito ad un primo monitoraggio disposto dal Viminale" in relazione a quanto emerso nell'ambito dell'inchiesta giudiziaria sfociata, meno di un mese fa in 130 arresti (tra cui la consigliera comunale Maria Carmen Lorusso e il marito Giacomo Olivieri), portando anche all'amministrazione giudiziaria per Amtab, municipalizzata del trasporto pubblico urbano, in cui, secondo quanto emerso dall'indagine, ci sarebbero state infiltrazioni della criminalità.

Il sindaco Decaro ha parlato di "atto di guerra alla città", ribadendo in una lunga conferenza stampa, l'impegno contro la mafia profuso dalla sua amministrazione e accusando il centrodestra di aver strumentalizzato l'inchiesta a fini elettorali (in vista delle Amministrative di giugno). Il ministro Piantedosi, in un'intervista al Tg1, ha risposto spiegando che si tratta di un "accesso ispettivo non necessariamente finalizzato allo scioglimento", che consentirà la verifica dei fatti e "sarà anche un'opportunità per gli amministratori" per contribuire all'accertamento.

Ma qual è il percorso che si apre adesso, quali saranno i tempi di lavoro della commissione, e cosa potrà accadere anche alla luce delle imminenti elezioni Comunali? L'iter per lo scioglimento dei consigli comunali e provinciali per i quali siano stati accertati fenomeni di infiltrazione e condizionamento di tipo mafioso è disciplinato dall'articolo 143 del Testo Unico degli Enti locali. Compito della commissione di indagine, composta da tre funzionari della pubblica amministrazione, è quello di verificare la sussistenza di "concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso o similare degli amministratori", "ovvero su forme di condizionamento degli stessi, tali da determinare un'alterazione del procedimento di formazione della volontà degli organi elettivi ed amministrativi e da compromettere il buon andamento o l'imparzialità delle amministrazioni comunali e provinciali, nonché il regolare funzionamento dei servizi ad esse affidati, ovvero che risultino tali da arrecare grave e perdurante pregiudizio per lo stato della sicurezza pubblica". Per svolgere i propri accertamenti, la commissione ha tre mesi di tempo dalla data di accesso, rinnovabili una volta per un ulteriore periodo massimo di tre mesi, quindi rassegna al prefetto le proprie conclusioni. Entro quarantacinque giorni dal deposito delle conclusioni, il prefetto, "sentito il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica integrato con la partecipazione del procuratore della Repubblica competente per territorio", invia al Ministro dell'interno una relazione nella quale si dà conto dell'eventuale sussistenza degli elementi relativi a infiltrazioni o condizionamenti di tipo mafioso. L'eventuale scioglimento, viene quindi disposto con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell'interno, previa deliberazione del Consiglio dei ministri entro tre mesi dalla trasmissione della relazione, ed è immediatamente trasmesso alle Camere. Nel caso in cui invece non sussistano i presupposti per lo scioglimento o l'adozione di altri provvedimenti, il Ministro dell'interno, sempre entro tre mesi dalla trasmissione della relazione, emana comunque un decreto di conclusione del procedimento. 

Nel caso di Bari, dunque, considerando un tempo di tre mesi per la conclusione dei lavori della commissione, si arriverebbe alla seconda metà di giugno, comunque dopo le elezioni dell'8 e 9. Fatta salva una eventuale richiesta di proroga, a questo tempo si aggiungerebbero gli ulteriori 45 giorni a disposizione del prefetto per l'invio della relazione al ministro, e poi i tre per arrivare all'eventuale decreto di scioglimento. Anche se, in linea teorica, non è neppure escluso che i tempi possano essere anche più brevi. "Ci sono in ogni caso dei tempi tecnici e dei passaggi ben definiti - spiega Marco De Pasquale, dell'Osservatorio parlamentare di Avviso pubblico - per cui appare difficile che l'iter possa concludersi in tempi molto brevi. In ogni caso, con la commissione ancora al lavoro, le elezioni si svolgerebbero comunque normalmente". Tecnicamente, anche considerando i casi precedenti, appare più probabile che la conclusione dell'iter possa arrivare comunque a nuova amministrazione insediata (su cui avrebbe quindi effetto un eventuale decreto di scioglimento, o eventuali altre prescrizioni che il prefetto potrebbe comunque valutare di adottare, come previsto dalla legge, anche qualora non si arrivi allo scioglimento). Lo scenario cambierebbe chiaramente nel caso (pur improbabile, ma come detto teoricamente non impossibile) in cui tutto l'iter dovesse svolgersi in tempi brevissimi (e su questo potrebbe influire la partita politica in corso) portando a un eventuale decreto di scioglimento prima delle elezioni, che slitterebbero: "In quel caso - spiega De Pasquale - si insedierebbe la commissione, che resterebbe per un tempo di circa 12-18 mesi".

Dal 1991 al settembre 2023, secondo l'ultimo dossier elaborato da Avviso Pubblico, sono stati 383 i decreti di scioglimento emanati (26 in Puglia), 280 relativi a Comuni: di questi però, solo due hanno riguardato città capoluogo di provincia: Reggio Calabria, nel 2012, e Foggia, nel 2021. 

*Ultimo aggiornamento 21/03


 

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