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Modugno, il Consiglio 'esplode' sull'urbanistica: si dimettono in 13

La delibera doveva essere discussa da un mese. Verso il commissariamento da parte della Regione Puglia? L'amarezza del sindaco Magrone: "E' un cancro che non riesce a sconfiggere. Una fuga che oltraggia ancora una volta la città"

A quanto pare, un nodo insuperabile: il Consiglio comunale di Modugno 'esplode' sull'urbanistica. Si sono infatti dimessi in 13 (7 consiglieri di maggioranza e 6 dell'opposizione), provocando lo scioglimento dell'assemblea che avrebbe dovuto riunirsi lunedì, per discutere, in seduta monotematica, della questione, sollevata dal primo cittadino, per far luce sull'intenso sviluppo del business urbanistico in paese negli ultimi 10 anni: "Ho proposto, di concerto con la Regione Puglia - ha spiegato amareggiato Nicola Magrone - una delibera più di un mese fa per la soluzione ed il superamento della scandalosa situazione urbanistica di Modugno, l’avremmo discussa, lunedì prossimo, alla luce del sole e al cospetto della cittadinanza. Tredici consiglieri hanno preferito darsi alla fuga e buttare la città nel caos. Mi auguro che qualche Autorità competente valuti questa vicenda e ne tragga le conseguenze istituzionali".

Magrone, afferma di sentirsi "dispiaciuto della brutalità del gesto di tredici consiglieri che disarma e oltraggia per l’ennesima volta la comunità di Modugno. Per quanto mi riguarda, ho fatto il possibile per ridare dignità alla città dopo il naufragio giudiziario della precedente Amministrazione di appena due anni fa. L’urbanistica è, a Modugno, un cancro che non si riesce a vincere; per parte mia, mi sento parte offesa, insieme alla mia comunità, di un gesto eversivo".

Magrone, si appella ai cittadini, invitando loro a "resistere a questi violenti tentativi di occupazione della città, che vengono impunemente compiuti anche a costo di sfregiarla. Davvero: una fuga che oltraggia ancora una volta la mia città". A far eco alle parole del sindaco, il movimento 'Italia Giusta secondo la Costituzione': "A Modugno - si afferma in una nota - di urbanistica non si può parlare, chi tocca i fili muore. 'Il partito del cemento' trova velocemente adepti. Non poteva far finta di niente il Sindaco Magrone, che, lottando contro  speculazioni politiche e strumentalizzazioni, ha interpretato il bisogno morale  di una comunità che non può essere identificata sempre con uno scandalo, quello legato a costruzioni fuorilegge o quello legato alle tangenti per le costruzioni". 

Di tutt'altro tenore, il commento delle opposizioni: "Il sindaco  - hanno affetmato Stella Sanseverino (Ncd) e Saverio Fragrassi (PuglIAmo) in un'intervista all'emittente Punto TV- non ha avuto il coraggio di lasciare, allora l’abbiamo fatto noi. Basta con i ricatti e le diffide. Il sindaco continua a fare il giudice, dimenticando che qui non siamo in tribunale”.

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