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Sabato, 27 Aprile 2024
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Scoppia la polemica su fondi Pnrr e futuro parco ex Fibronit di Bari, Fdi difende Fitto: "L'opera si farà, ritardi dal Comune di Bari"

I senatori Melchiorre e Zullo: "Fuori luogo le polemiche contro il Governo che, ripetiamo, non ha definanziato nessun progetto, ma ha preso atto dei ritardi e ha proposto la sostituzione del finanziamento"

Prosegue la polemica poltica (e non solo) sulla questione dei fondi Pnrr per realizzare il parco nell'ex area Fibronit di Japigia a Bari. Ieri il Comitato di cittadini aveva manifestato la propria volontà di scendere in piazza qualora l'opera, per via di una rimodulazione dei fondi (che rappresentano circa 13 milioni sui 16 del finanziamento originario) decisa da Governo e Unione Europea, fosse rinviata.

A stretto giro è invece arrivata la replica di Fratelli d'Italia, attraverso i senatori Filippo Melchiorre e Ignazio Zullo, i quali difendono l'operato del ministro per la Coesione Territoriale, Raffaele Fitto, che si è occupato del dossier Pnrr.

“Di fronte a tutte le polemiche pretestuose di questi giorni una premessa è d'obbligo: gli obiettivi di realizzazione e di spesa dei fondi del Pnrr hanno una scadenza obbligatoria 30 giugno 2026, pena la restituzione all’Europa delle somme che ricordiamo sono per l'Italia in larga parte a debito. Entro il 30 giugno 2026, è bene sottolineare, che le opere devono essere inoltre completamente realizzate e collaudate"

"Le risorse Pnrr al Comune di Bari - spiega Fdi - sono state assegnate con Decreto del 30 dicembre 2021 del Ministero dell’Interno di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Il Comune di Bari, quindi, pur avendo le risorse dal 1° gennaio 2022 ha approvato il progetto di fattibilità tecnico-economico solo il 26 giugno 2023. Quindi ci ha messo un anno e mezzo per la sola approvazione del progetto di fattibilità tecnico economica. Due giorni dopo, il 28 giugno scorso, il Comune di Bari ha pubblicato la procedura di affidamento dell’appalto integrato della progettazione definitiva ed esecutiva oltre che della realizzazione dei lavori".

"La gara sarebbe stata aggiudicata solo qualche giorno fa, il 28 luglio - rimarcano Melchiorre e Zullo - . Usiamo il condizionale poiché dal Portale del Comune di Bari al 25 luglio risultava ‘in aggiudicazione’. È bene ricordare che la scadenza dell’aggiudicazione dei lavori era il 30 giugno 2023 e non certo il 28 luglio, con due mesi di ritardo ma attenti, ma non finisce qui. La scadenza era per l'aggiudicazione dei lavori, e non anche per la progettazione definitiva ed esecutiva che al 30 giugno, dovevano essere utili all'aggiudicazione dei lavori. Infatti, l’allegato 4 rubricato ‘Atto d’obbligo connesso all’accettazione del finanziamento concesso’ prevedeva che ‘al fine di assicurare il rispetto degli obiettivi intermedi e finali (milestone e target), il Soggetto attuatore – rigenerazione urbana – si impegna ad Aggiudicare i lavori entro il 30 giugno 2023’. Il Governo Meloni, quindi, davanti a questo quadro ha proposto lo spostamento - e non il definanziamento come falsamente viene detto - della fonte di finanziamento dal Pnrr ad altre fonti nazionali che non hanno il vincolo obbligatorio del 30 giugno 2026.

“Fin qui i fatti tecnico-amministrativo e ora qualche riflessione politica: stando così le cose - aggiungono i senatori - qualche domanda anche al Comitato Fibronit dovrebbero porsela, intanto se fosse stato informato dal sindaco Decaro che il Comune di Bari aveva la dotazione finanziaria per avviare le gare fin dal 1° gennaio 2022 e, invece, ha atteso fino al 28 giugno scorso. Ma c'è di più. L'intervento poteva anche essere realizzato fin dal 2019 con fonti di finanziamento a valere sui Fondi di Sviluppo e Coesione 2014-2020 e POC 2014-2020, vale a dire sui circa 6 miliardi di euro non spesi dalla Regione Puglia. Il Comitato era a conoscenza di questa opportunità? Perché il Comune di Bari non ha finanziato questo intervento con le risorse non spese del Patto Città Metropolitana di Bari, visto che del FSC 2014-2020 a fronte di 233 milioni di euro ha speso solo il 12%? Decaro ha fornito spiegazioni al Comitato?"

“E, infine, la Regione co-finanzia il progetto con 3,5 milioni di euro - sottolineano ancora -. Lo Stato, come abbiamo suddetto, ha messo a disposizione le somme fin dal 1° gennaio 2022: perché la Regione Puglia pur avendo le risorse dal 2020 ha approvato il finanziamento di 3,5 milioni di euro solo a marzo 2023?  Il Comitato, per quanto ci risulta seguiva passo passo la realizzazione di un sogno, che noi condividiamo, ma è a conoscenza di tutto questo? Perché se non lo fosse dovrebbe chiedersi perché Decaro non li ha informati… ma se lo fosse potrebbe essere complice di queste inefficienze ma, ha preferito girare lo sguardo dall’altra parte. Per tutti questi motivi troviamo fuori luogo le polemiche contro il Governo che, ripetiamo, non ha definanziato nessun progetto, ma ha preso atto dei ritardi e ha proposto la sostituzione del finanziamento. Perché il Parco si farà perché è un'opera che dobbiamo non solo ad un Comitato ma a tutta Bari e a tutti i baresi" concludono Melchiorre e Zullo.

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