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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

L'incendio del bar a Japigia deciso dal figlio del boss Palermiti: "Perché mi ha fatto pagare il caffè"

L'episodio ai danni di una caffetteria di viale Japigia, avvenuto nel 2018, ricostruito nelle carte dell'inchiesta 'Codice Interno': Giovanni Palermiti, figlio del boss Eugenio, ritenuto il mandante dell'incendio, appiccato per 'punire' il titolare

Un bar incendiato per vendetta, per un caffè che il titolare aveva fatto pagare al figlio del boss. Il retroscena, relativo all'incendio di una caffetteria in viale Japigia, avvenuto nel gennaio 2018, emerge dalle carte dell'inchiesta 'Codice interno', che nei giorni scorsi ha portato a 130 arresti, che hanno colpito in particolare il clan Palermiti-Parisi di Japigia, facendo luce anche su presunte influenze del gruppo sul voto delle Comunali del 2019 a Bari.

Dell'episodio relativo all'incendio del bar, all'epoca da poco inaugurato, sono accusati Giovanni Palermiti (figlio del capoclan di Japigia, Eugenio) ritenuto il mandante, e Francesco Vessio, quale esecutore materiale. A permettere la ricostruzione dei fatti, sono state le dichiarazioni di tre diversi collaboratori di giustizia, agli atti dell'inchiesta. Il bar, secondo quanto emerge, fu incendiato per ordine di Giovanni Palermiti, intenzionato a punire 'l'affronto' perpetrato dal titolare del locale, che, all'inaugurazione del bar, "pur avendolo riconosciuto", aveva 'osato' chiedergli un euro per il caffè consumato.

In particolare, uno dei collaboratori riferisce le parole dello stesso Palermiti, che in un'occasione gli avrebbe raccontato in prima persona quanto accaduto: "Disse in dialetto barese: "Hai sentito il fatto del viale, del bar?", "E mi fece il gesto con l'occhiolino e mi fece capire che era stato lui, disse: "Ho mandato a Francesco, a 'U' Sburr' ad incendiarlo perché quello è un coglione!", "E per che cosa?". Disse: "Perché mi ha fatto pagare il caffè". 

Un racconto che trova riscontro nelle parole di un altro collaboratore, che sull'episodio riferisce: "Perché andò all'inaugurazione ed il padrone del bar gli fece pagare il caffè 1 euro e per lui era una malazione, perché doveva essere onorato che era andato Gianni Palermiti all'inaugurazione e lui che fa? Gli fa pagare il caffe! Questo fatto l'ho saputo sopra al padre, quando Gianni lo venne a dire ed il padre disse: "Ma per 1 euro hai fatto accendere il bar?"".

Ancora, dai racconti dei collaboratori di giustizia, emerge come Vessio, ritenuto esecutore materiale dell'incendio, fosse rimasto gravemente ustionato nell'atto di appiccare il rogo, innescato versando del liquido infiammabile nel bagno del locale.

Un episodio, quello dell'incendio al bar di viale Japigia, che rappresenta, scrive il gip Ferraro nell'ordinanza a proposito dell'aggravante dell'associazione mafiosa contestata, "una manifestazione di forza del gruppo criminale, utilizzando il consueto metodo mafioso caratterizzato da violenze, anche "teatrali", esercitate per punire e, al contempo, preservare la propria egemonia e la propria "fama"".
 

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