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30% di tasse in meno per iscrizioni studentesse. "Dal Medioevo" il leghista Pillon contro l'Università di Bari: "Ideologia Gender"

La replica di Paolo Lattanzio del PD e di Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana al senatore della Lega, Simone Pillon

Sta facendo discutere e non poco il post del senatore della Lega Simone Pillon contro le misure varate dal rettore dell’università di Bari, Stefano Bronzini, per facilitare le donne nell’intraprendere percorsi di studi e carriere altrimenti quasi totalmente appannaggio maschile, dove le studentesse che si iscriveranno avranno un 30 per cento in meno di tasse universitarie da pagare, in caso di Isee sotto i 30 mila euro annui (l'intervista al Rettore)

Il commento di Pillon (Lega)

“L'università di Bari spinge per far iscrivere ragazze a corsi di laurea tipicamente frequentati in prevalenza dai ragazzi. È naturale che i maschi siano più appassionati a discipline tecniche, tipo ingegneria mineraria per esempio, mentre le femmine abbiano una maggiore propensione per materie legate all'accudimento, come per esempio ostetricia. Questo però non sta bene ai cultori del Gender, secondo i quali ci devono essere il 50% di donne nelle miniere e il 50% di uomini a fare puericultura. Ovviamente ognuno è libero, e ci sono le sacrosante eccezioni, ma è naturale che le ragazze siano portate verso alcune professioni e i ragazzi verso altre. Imporre ai maschi di pagare più delle femmine per orientare la libera scelta di un percorso universitario è un modo di fare ideologico, finalizzato a manipolare le persone e la società. La cosa divertente è che proprio sulla base della stessa ideologia Gender, orgogliosamente propugnata dal Ddl Zan, agli studenti maschi basterà autopercepirsi come femmine per i pochi minuti necessari all'atto dell'iscrizione per poter beneficiare legalmente dello sconto. Già Manzoni insegnava che più le regole sono idiote, più è facile aggirarle. Chissà cosa ne pensa il ministro. Proverò a chiederglielo”.

La replica di Lattanzio (PD)

Non si è fatta attendere la replica del parlamentare di Bari del PD, Paolo Lattanzio: “Oggi ho letto una cosa che farebbe molto ridere se non si rivelasse profondamente tragica. Sto parlando dell’ennesimo post del senatore Pillon contro quella che lui ritiene “la teoria del gender”. Secondo il fantasioso esponente della Lega “è naturale che i maschi siano più appassionati a discipline tecniche, tipo ingegneria mineraria, mentre le femmine abbiano una maggiore propensione per materie legate all'accudimento, come ostetricia". Trovo curiosa la sua perseveranza nell’ignorare un secolo di ricerca scientifica, oltre che la basilare conoscenza degli esseri umani, donne e uomini. Continua poi ovviamente inserendo nel suo “ragionamento” il ddl Zan, suo autentica ossessione, “proprio sulla base della stessa ideologia gender, orgogliosamente propugnata dal Ddl Zan, agli studenti maschi basterà autopercepirsi come femmine per i pochi minuti necessari all'atto dell'iscrizione per poter beneficiare legalmente dello sconto". Mi unisco quindi al Rettore dell’Università di Bari nell’augurargli “ogni buona fortuna, soprattutto nella capacità di lettura e interpretazione del mondo". Però sopra scrivevo “tragica” non a caso: la sua ottusità su queste questioni rischia di contribuire a un clima pericolosamente transomofobico di cui l’Italia non ha bisogno e la questione delle lauree Stem è profondamente seria”, conclude il membro della commissione Cultura della Camera.

La risposta di Fratoianni (SI)

“L'Università di Bari farà una cosa giusta e di buonsenso. Poi arriva il sen. Pillon che ci delizia con le sue perle di saggezza, direttamente dal medioevo.” Lo afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. “Insomma, un insopportabile miscuglio di ignoranza, - prosegue il vicepresidente della Commissione Cultura di Montecitorio  - becera propaganda ideologica e decenni di lotte per i diritti buttate al vento. Il tutto all'interno di una cornice profondamente maschilista e patriarcale, che vorrebbe le vite di donne e uomini fisse e immutabili, con ruoli scelti da non si sa bene chi. Sinceramente? Credo che il sen. Pillon abbia da tempo superato il limite della decenza. E non meriti, in alcun modo, di rappresentare il nostro Paese e le nostre Istituzioni. Se avesse un briciolo di dignità sarebbe già a fare altro. Ma ahimè, per tutti e tutte noi, non è così. Fortunatamente ci penserà il tempo a relegare lui e i suoi seguaci - conclude Fratoianni - nelle note a piè di pagina della storia dell'umanità.”



 

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